Bus precipitato, perizia sul guardrail. Il sindaco di Venezia: “Il Comune non poteva cambiarlo”
Partirà dalla perizia del guardrail l'indagine sulla strage del bus precipitato dal cavalcavia Vempa a Mestre lo scorso 3 ottobre, in cui hanno perso la vita 21 persone. È quanto ha annunciato ieri il procuratore capo di Venezia, Bruno Cerchi, aggiungendo che "stiamo cercando i soggetti adeguati a cui affidare l’incarico. In via preliminare dovremo accertare quali tipo di indagini fare".
In particolare, gli investigatori dovranno cercare di capire perché il guardrail ha ceduto dopo l’impatto con l’autobus elettrico, che, secondo le prime testimonianze, stava procedendo a velocità non sostenuta. Su quel tratto di lamiera, da martedì sotto sequestro, si inizierà con la delicata ricostruzione della dinamica dell'incidente.
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che in una intervista al Corriere della Sera ha detto: "Il cavalcavia è un'infrastruttura degli anni '60 passata al Comune una quindicina di anni fa. Noi abbiamo fatto le manutenzioni che la legge ci consentiva di fare. Se mi chiede perché non abbiamo pensato di cambiare il guardrail le rispondo che non potevamo farlo".
Il primo cittadino ha assicurato che il ponte era omologato, "per la legge era in regola. Il problema semmai è un altro: non doveva essere in capo al Comune. Non a caso era gestito dall'Anas che l'ha ceduto alle amministrazioni precedenti. Io non lo avrei mai accettato senza un finanziamento per poter adeguarlo". Sulle polemiche sulla manutenzione ha commentato: "Degli sciacalli, in Italia siamo tutti tecnici. Mai in passato il Comune di Venezia ha investito così tanto sulla sicurezza: 7-8 milioni all'anno. Fin dal 2016 abbiamo verificato tutti i ponti e i viadotti anche della città metropolitana, programmando gli interventi a seconda delle situazioni".
Eppure, sempre secondo riporta il giornale di via Solferino, già nel 2017, "le indagini conoscitive sulla struttura", portate avanti da un gruppo di tecnici scelti per l'occasione dal Comune di Venezia, indicavano "la necessità" di sostituire i guardrail su entrambi i sensi di marcia del Nuovo cavalcavia superiore di Marghera, citando non solo l’esigenza dell’adeguamento normativo delle barriere di sicurezza.
L’intero nodo stradale è infatti al centro di un piano di lavori da oltre sette milioni. La giunta comunale ne discute dal 2018, poi l’anno successivo si commissiona un progetto esecutivo, da cui si evince che il cavalcavia, finito negli anni ‘60, "non è stato oggetto di interventi di manutenzione straordinaria". E tra i lavori, si prevede anche "la sostituzione delle barriere". Lavori che sono cominciati un mese fa e che si prospettano lunghi: il cantiere durerà 600 giorni.