Buoni pasto: puoi utilizzarne al massimo 8 e dove vendono generi alimentari al dettaglio
Tra le alternative più utilizzate al pagamento in denaro c’è quella dei buoni pasto. Ma forse molti italiani non hanno chiaro dove poter spendere questo sostitutivo dei soldi. I buoni pasto sono utilizzabili in tutti gli esercizi commerciali? Quanti sono spendibili in una sola volta? In caso di uso improprio dello “strumento” si può incorrere in sanzioni?
Cosa sono i buoni pasto
Innanzitutto va chiarito cosa sono i buoni pasto e come è regolamentato il loro utilizzo. La legge da seguire in merito è il decreto del ministero dello sviluppo economico numero 122/2017.
Il buono pasto è quello strumento cartaceo o elettronico che permette a chi lo possiede di poter usufruire del "servizio sostitutivo di mensa" per importo "pari al valore facciale del buono" e che consente all’esercizio convenzionato di provare “l’avvenuta prestazione nei confronti delle società che hanno emesso quel buono pasto”. Per servizio sostitutivo di mensa la normativa non intende soltanto la somministrazione diretta di alimenti e bevande, ma anche la loro vendita al dettaglio, purché siano prodotti pronti per il consumo.
Un buono pasto deve avere determinate caratteristiche per essere usufruibile. Per legge i buoni pasto cartacei devono essere muniti di: codice fiscale o ragione sociale del datore di lavoro; ragione sociale e il codice fiscale della società di emissione; valore facciale espresso in valuta corrente; termine temporale di utilizzo; data di utilizzo; firma del titolare e del timbro dell'esercizio convenzionato presso il quale il buono pasto viene utilizzato; dicitura che indica che lo strumento non è cedibile, cumulabile entro il limite di otto, commercializzabile o convertibile in denaro e che può essere utilizzabile solo se sottoscritto dal titolare. Quelli diforma elettronica devono avere in generale le stesse caratteristiche del cartaceo e queste saranno memorizzate o associate al ticket elettronicamente.
Si possono utilizzare un massimo di 8 ticket per la stessa spesa
Si può utilizzare un massimo di 8 buoni contemporaneamente e va ricordato che, per legge, non sono “cedibili, o commercializzabili o convertibili in denaro”. I ticket sono utilizzabili solo se datati e sottoscritti dal titolare e “sono spendibili esclusivamente per l'intero valore facciale”. La legge chiede alle società di emissione di adottare misure idonee per verificare eventuali falsificazioni, tracciando con appositi strumenti i percorsi del ticket.
Va specificato che in caso di acquisto con i buoni non è possibile ricevere il resto in denaro, se il valore dei buoni supera il valore dell’acquisto, ma è possibile integrare in denaro se il valore dello "strumento" è inferiore.
Quali sono gli esercizi convenzionati
Per “esercizio convenzionato” si intende quella attività che, con apposita convenzione con la società di emissione dei buoni pasto, ha diritto a erogare il servizio sostitutivo di mensa. Per legge i buoni pasto possono essere utilizzati: presso esercizi legittimati a somministrare alimenti o bevande, sia in sede fissa che su area pubblica (ad esempio camion bar); presso esercizi di vendita al dettaglio di generi alimentari, sia in sede fissa che su area pubblica (ad esempio presso le bancarelle di un mercatino all’aperto); direttamente presso le imprese industriali autorizzate, se la cessione è effettuata nei locali di produzione o in quelli adiacenti a quelli di produzione; presso gli artigiani, se la cessione è effettuata nei locali di produzione o in quelli adiacenti a quelli di produzione; presso gli imprenditori agricoli ed i coltivatori e infine presso gli agriturismi e gli ittiturismi.
Non sono specificate sanzioni in caso di utilizzo improprio
Nel decreto non sono specificate sanzioni in caso di uso improprio dei buoni pasto né si specifica chi dovrebbe vigilare in merito. Pertanto non è chiaro neanche se il superamento del limite di 8 ticket in contemporanea possa comportare delle conseguenze. Lo strumento è spendibile in qualsiasi giorno della settimana, compresa la domenica. Questo perché per legge la spettanza dei buoni è legata alle giornate lavorative, ma non il loro utilizzo.