Avanza un nuovo bullismo, quello via Internet. Insulti, calunnie, persecuzioni, spesso alimentate da razzismo e fanatismo politico. Il social web, straordinario luogo di libertà creativa, piazza aperta per idee e gioco, è travolto da uno tsunami di fango. Chiara, 15 anni, ha scritto una lettera al presidente della Camera: da mesi alcuni compagni di scuola la diffamano su Facebook. E’ disperata, non sa come difendersi. Secondo uno studio di Save the Children, un adolescente su 4 ha subito atti di cyberbullismo, ricavandone danni psicologici. Il Consiglio d'Europa ha lanciato la campagna "No hate speech", contro l’odio online. Il problema, però, è cosa fare. Nessun bavaglio – si sente -, valgono le stesse leggi della vita reale. Ma il social web – questo ibrido tra pubblico e privato – è un fatto tutto nuovo. I rischi sono alti. Quello maggiore è che il tutto si autodistrugga. Come succede a certe città invivibili, le persone migliori, a un certo punto, si stancano e se ne vanno.