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Bufera sul sindaco di Nardò Pippi Mellone: “Chiudiamo Anpi Lecce, pericolo per la democrazia”

“L’Anpi Lecce dev’essere chiusa al più presto, perché rappresenta un pericolo per la democrazia“. È bufera per le parole del sindaco di Nardò Pippi Mellone, fedelissimo di Michele Emiliano, che ha scritto un post su Facebook durante la Giornata del ricordo delle vittime delle foibe contro l’associazione di ex partigiani.
A cura di Susanna Picone
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“Rendiamo onore ai martiri delle foibe. Chiudiamo l’Anpi Lecce”. Fa discutere un post pubblicato ieri 10 febbraio su Facebook da Pippi Mellone, sindaco di Nardò. Un post nel quale il primo cittadino parla dell’Anpi di Lecce e chiede di chiuderla “perché rappresenta un pericolo per la democrazia”. “Oggi, 10 febbraio, la comunità di Nardò rende onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Chi, ancora oggi, rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l'oblio per Norma Cossetto e tante altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi. Mi riferisco, in particolare, all’anonima Anpi Lecce, una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà. L'Anpi Lecce dev'essere chiusa al più presto, perché rappresenta un pericolo per la democrazia”, scrive Mellone su Facebook. E conclude: “Oggi il Consiglio Comunale di Nardò ha onorato con un minuto di silenzio la memoria di questa tragedia mentre la fontana di Piazza Castello è stata illuminata con i colori della bandiera. Onore all'Italia, onore a chi è morto nel nome della bandiera, onore a chi è stato ucciso solo perché italiano, onore a tutte le vittime dell’odio”.

Polemica dopo il post di Pippi Mellone – In tanti hanno reagito dopo le parole del sindaco, noto per la sua provenienza da ambienti di estrema destra e fedelissimo al governatore pugliese Michele Emiliano. “Pensavamo di aver letto male – si legge in un post su Facebook di Sinistra Italiana Salento– e invece il sindaco di Nardò Pippi Mellone ha scritto che l'Anpi Lecce deve essere chiusa perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Una frase inqualificabile, contro la nostra storia antifascista, contro un'associazione libera ed essenziale alla nostra democrazia, contro uomini e donne per bene. Un'esternazione ancora più grave perché pronunciata da un sindaco. Solidarietà ai cittadini di Nardò, all'Anpi, al Salento che non si lega né si piega al revisionismo storico”. Sinistra Italiana Salento chiedere a Emiliano di assumere subito una posizione di condanna netta ed inequivocabile rispetto alle parole di Mellone.

La reazione di Anpi Lecce – Sulla polemica è intervenuta anche la stessa Anpi di Lecce: “Il sindaco di Nardò, non nuovo ad esternazioni contro la stessa ragion d'essere della nostra associazione, ha colto l'occasione del giorno del ricordo delle foibe per inoltrarsi in una temeraria richiesta di chiusura dell'Anpi di Lecce (e perché no anche di quella regionale e nazionale?)", scrive l'associazione nazionale partigiani italiani dal Salento. “Il motivo – si legge su Facebook – sarebbe nel rifiuto della nostra associazione di addomesticarsi alla costruzione retorica dei ‘martiri italiani’ vittime dei partigiani titini in un contesto di guerra civile europea scatenata da Mussolini e da Hitler. Contesti storici, cifre delle vittime, circostanze documentabili, sono materia di nostre iniziative e pubblicazioni, e non di fake news e narrazioni falsificanti. Del resto la scorsa notte sono apparsi in quel paese dalle nobili tradizioni democratiche, culturali, sindacali, antifasciste, striscioni proditori dei suoi amichetti di CasaPound in pieno centro. Questo sindaco è proprio ‘andato oltre’, così come si chiama il suo movimento politico ormai sfiorito, dichiarando che vorrebbe difendere la stessa democrazia dall’ANPI, che è un ente morale deputato alla trasmissione della memoria partigiana e di quella lotta di Liberazione dal nazifascismo che consentì la Costituzione democratica e la stessa Repubblica. I fascisti, come dire, vorrebbero difendere la democrazia, una cosa mai vista in natura e nella storia. Purtroppo di questi paradossi è piena l’offensiva di odio razzista e fascistoide di capi politici ben più noti del sindaco di Nardò. Che dire? Non risponderemo con l’odio ma con la cultura, la conoscenza, i valori di solidarietà, la crescita civile. A partire dalla mobilitazione regionale a Lecce contro la presenza di Salvini per il 19 febbraio”.

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