Ci sono strade larghe nei paesi siciliani dove la luce ti mangia gli occhi. Sono vie di case basse a un piano solo. Costruite con i risparmi, a spiccioli, senza un progetto, rettangolari come nei disegni dei bimbi. Tirate su con la propria fatica, impastando il cemento col sudore. Immaginate di essere uno di quei muratori che alleva la sua famiglia nella casa che ha costruito lui. Improvvisa, la crisi: niente lavoro, denti stretti, ce la facciamo, ma non passa, un prestito, lo paghiamo, ci riusciamo, no. La banca non ha pazienza, non aspetta. La casa va all’asta. Arriva l’ufficiale giudiziario: te ne devi andare. Dalla tua casa, quella che hai incollato alla terra con le tue braccia. Che fare? Giovanni Guarascio, 64 anni, ieri, si è dato fuoco. Lo chiamano gesto estremo. Ma il gesto estremo è buttare per strada un uomo. La follia è togliere a qualcuno la casa. Metterlo fuori. Appoggiarlo al muro come un materasso vecchio. Abbiamo perso qualunque umanità. Questa è la vera crisi.