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Bressanone, il Comune sequestra l’elemosina ai mendicanti

L’obiettivo è far rispettare una norma che vieta l’accattonaggio davanti alle chiese ed ai cimiteri. La Caritas locale si oppone: “Occorre più che altro combattere la povertà, non i poveri”.
A cura di B. C.
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I mendicanti di Bressanone, in Alto Adige, sono troppo petulanti e aggressivi, dicono i cittadini. Il "problema" lo risolve il Comune, che con apposita ordinanza ha deciso per la linea dura: confisca di tutte le elemosine raccolte in questo modo. Secondo il vicesindaco Gianlorenzo Pedron (Pd), “l’iniziativa si è resa necessaria per evitare le molestie che i mendicanti arrecano, specie alle persone anziane”. Pare, racconta Pedron che vi siano signore "anziane che non hanno più il coraggio di andare al cimitero per ricordare i loro defunti, perché davanti all'ingresso c'è chi chiede soldi anche per riempire un annaffiatoio". Ma la questione non ha mancato di sollevare qualche polemica nella cittadina che fu anche meta delle vacanze estive di Papa Benedetto XVI. "La Caritas è contraria a questo tipo di divieti. Bisogna combattere la povertà non i poveri – ha dichiarato il direttore dell'associazione Heiner Schweigkofler -. Va respinto ogni tipo di mendicità che utilizzi metodi aggressivi, fraudolenti o basati sullo sfruttamento, ma esistono già apposite leggi". Pedron replica: "Non intendiamo fare gli sceriffi, ma solo far rispettare la legge". L'idea non è neanche nuova. A Vipiteno nel 2012 fu varata la "Regolamentazione del bivacco e dell'accattonaggio", in cui la pena accessoria per chi va contro le disposizioni è, appunto, la confisca del "denaro che costituisce prodotto della violazione".

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