Brandizzo, il fratello di Kevin Laganà: “Il video? Come un’eredità, non lascia dubbi e fa giustizia”
"Quel video è incredibile. Kevin lo ha lasciato come si può lasciare un’eredità: un filmato che non lascia dubbi e fa giustizia. Ha girato quelle immagini che gli mancava mezz’ora a morire, e quella stessa sera aveva mandato a mio padre il messaggio ‘ti amo’. Da una parte un testamento per far conoscere la verità, dall’altra un saluto per la persona che amava di più": a parlare, in una intervista al Corriere della Sera, è Antonino Laganà, il fratello della più giovane delle vittime della strage di Brandizzo.
Il video a cui fa riferimento è quello che è stato recuperato proprio dai profili social del fratello Kevin, morto a 22 anni la notte del 30 agosto sui binari insieme ad altri quattro colleghi. È un video in cui si vedono gli operai sui binari la notte della tragedia e soprattutto si sente una voce – probabilmente quella tecnico di Rfi indagato Antonio Massa – che dice "Se dico treno spostatevi".
Una frase che dimostrerebbe che il tecnico era a conoscenza del rischio che correvano i lavoratori, che solo dopo una manciata di minuti sarebbero stati travolti e uccisi da un convoglio. Secondo il fratello di Kevin, che come lui lavora per la Sigifer, la stessa azienda del fratello, e come lui si è ritrovato svariate volte a lavorare sui binari, quel video "si commenta da solo".
Il video registrato poco prima di morire sui binari
È un video che "ha il valore di un testamento". E ancora, dice al Corriere: "È come se mio fratello abbia voluto farsi giustizia da sé". Oggi Antonino Laganà è stato convocato in Procura come testimone e, spiega, "dirò la verità, come ho sempre fatto". Spiegherà a chi indaga sulla tragedia, quindi, se quello che si vede e si sente nel video recuperato nel cellulare di una delle vittime è stata una eccezione o se è la prassi. Se aprire il cantiere prima di aver bloccato la circolazione dei treni è consuetudine o no.
Antonino è stato fra i primi a vedere il video girato da Kevin, fra i primi a comprendere l’importanza di quel documento. Lo ha guardato con il loro papà e lo ha consegnato agli avvocati della famiglia, Marco Bona ed Enrico Calabrese, che lo hanno fatto avere alla Procura.
"Il video era stato depositato presso la Procura della Repubblica di Ivrea, perché ritenuto un contributo importante per l'accertamento di eventuali responsabilità", hanno scritto ieri in una nota i due legali delle famiglie Laganà e Lombardo dopo che il filmato registrato da Kevin è stato diffuso sui media. "Si continua a ritenere il video assai utile alla ricostruzione della vicenda, posto che, dalle immagini, sembrerebbe emergere un modus operandi non occasionale con direttive impartite ai lavoratori assai pericolose per la sicurezza degli stessi. Il che fa sorgere dei dubbi anche sull'adeguatezza tecnica dei sistemi di comunicazione e di sicurezza: sul punto, e sulle relative indagini, si ribadisce la totale fiducia nell'operato della Procura della Repubblica di Ivrea", aggiungono gli avvocati.
Intanto un collega delle vittime, Alessandro Varallo, in un’intervista a Repubblica ha parlato di Antonio Massa come "il primo a dirci di non andare sui binari". "È competente e responsabile ed è molto intelligente. Ha insegnato a lavorare a me e agli altri. Era il capo cantiere. Aveva preso una qualifica speciale per diventarlo, e non è facile. Mi spiace che sia rimasto coinvolto. Non si sarebbe mai aspettato che morissero tutti", ha aggiunto spiegando di non aver "mai sentito di uno che ti metta su un binario con un treno che passa a 100 all’ora".
Salvini: "Garantisco che chi ha sbagliato pagherà"
"Al di fuori di ogni regola. È chiaro ed evidente che non puoi lavorare su binario se la circolazione non è interrotta, con certificato bollato". Lo dice il ministro Matteo Salvini intervenendo a radio Rtl 102.5. "Quello che posso garantire è che chi ha sbagliato pagherà", aggiunge: "Chiederò all'azienda competente di prendere provvedimenti. Non si lavora sui binari se ci sono treni in movimento, non c'ènessuna consuetudine di andare a morire sui binari, ci son protocolli ferrei. Chiederà che chi ha sbagliato paghi perché il licenziamento non può esserci solo nel privato".