Botte e frustate ai braccianti che si ribellavano allo sfruttamento nei vigneti doc: blitz anti caporalato

L’operazione di polizia,  denominata  “Iron rod” e condotta dalla Squadra mobile di Cuneo ha portato alla scoperta di decine di lavoratori sfruttati nelle attività connesse alla coltivazione dei vigneti nel territorio piemontese delle Langhe dove viene coltivata uva per pregiati e noti vini docg.
A cura di Antonio Palma
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Due persone sono state arrestate dalla polizia di stato e per una terza è scattato il divieto temporaneo di svolgere attività professionali con l'accusa di aver sfruttato e picchiato braccianti agricoli impiegandoli in nero nei vigneti del Piemonte. L'operazione di polizia,  denominata  “Iron rod” e condotta dalla Squadra mobile di Cuneo ha portato alla scoperta di decine di lavoratori sfruttati nelle attività connesse alla coltivazione dei vigneti nel territorio piemontese delle Langhe dove viene coltivata uva per pregiati e noti vini docg.

Le indagini della polizia, avviate a seguito di alcune segnalazioni da parte di associazioni dei diritti delle persone e dei lavoratori, hanno identificato cinquanta lavoratori sfruttati, principalmente africani, che vivevano in condizioni precarie. In manette due cittadini stranieri, un marocchino e un macedone, mentre un albanese è stato interdetto dall'attività professionale.  Per loro le accuse a vario titolo son di Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e violazioni alla normativa relativa al soggiorno degli stranieri sul territorio nazionale.

Secondo l'accusa i tre, con diversi ruoli e in modo separato, avrebbero assoldato manodopera tra gli stranieri con lo scopo di impiegarla nelle vigne in condizioni di sfruttamento. Le retribuzioni erano di circa 6 euro l’ora e gli orari di lavoro estenuanti. La sicurezza e l’igiene sul lavoro non venivano minimamente garantite e i lavoratori erano sottoposti a condizioni di impiego degradanti e di controllo a vista, con minacce di non essere pagati o allontanati.

Alcuni lavoratori dopo essersi lamentati per le condizioni in cui erano impiegati, sono stati puniti con violenti pestaggi; in un caso è stato utilizzato un tondino di ferro prelevato dal filare di sostegno di una vigna che ha dato il nome all’operazione. La scena, ripresa dagli stessi lavoratori sfruttati è stata poi consegnata agli inquirenti e il responsabile del pestaggio è finito ai domiciliari

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