Bossetti e il dna inutilizzabile: “Tutti sapevano, è imperdonabile”, la nuova lettera dal carcere
“Tutti sapevano dell’esistenza dei campioni di dna, allora perché interrompere la catena del freddo? È stato un comportamento imperdonabile” così si legge in una nuova lettera di Massimo Bossetti che è tornato a chiedere la revisione del suo processo dal carcere dove è rinchiuso dopo la condanna in via definitiva per l’assassino di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra uccisa nell'autunno del 2010.
Il riferimento è alla richiesta del Gip di Venezia di indagare la pm del caso Yara, Letizia Ruggeri, per depistaggio in merito alla presunta non corretta conservazione di 54 campioni di Dna ritrovati sul corpo dell’adolescente uccisa. Una richiesta arrivata a sua volta in seguito a un atto di opposizione presentato dagli avvocati difensori di Massimo Bossetti per denunciare il presunto comportamento scorretto del magistrato inquirente.
Il caso delle 54 provette conservate all'ufficio Corpi di reato
La questione è nota da tempo e si riferisce alle 54 provette contenenti traccia biologica recuperata sul corpo della vittima e che sono stati spostati dal frigorifero dell'ospedale San Raffaele di Milano, dove erano conservati a 80 gradi sottozero, all'ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. Qui infatti sono stati depositati in magazzino e quindi si sarebbero deteriorati a causa dell’interruzione della catena del freddo che li avrebbe resi inutilizzabili per nuove analisi, dopo quelle già effettuare e che hanno incastrato Bossetti.
“Chi è quel pazzo che chiede insistentemente di poter ripetere l’esame del DNA se fosse coinvolto in un omicidio dove le proprie responsabilità gli si schiaccerebbero addosso come pietre tombali? È dal giorno del mio arresto, vergognoso e disumano, che chiesi con insistenza durante ore e ore di stressanti interrogatori di poter ripetere questo esame” scrive Bossetti bella missiva indirizzata a Marco Oliva, conduttore della trasmissione di Telelombardia “Iceberg”.
Bossetti: "Hanno sempre detto che il materiale era stato tutto consumato"
“Mi è stato sempre detto che il materiale in questione era stato tutto consumato nel corso delle varie consulenze e ritenuto pacificamente Inesistente! Ora Urlo, perché dovermi negare un’evidenza quando tutti erano ben consapevoli sull’esistenza di questo DNA” scrive ancora Bossetti, aggiungendo: “Mi chiedo, perché doverlo asportare da dove era ben custodito in appositi congelatori, per poi essere trasferito all’ufficio Corpo di reato adagiandolo sopra uno scaffale in scatole di cartone ad una temperatura ambiente, pur nella consapevolezza che tale ufficio ne fosse sprovvisto di strutture idonee alla corretta conservazione, affinché, potesse restare idoneo e garantito per un eventuale accertamento sull’esame se proprio non si avesse avuto nulla da temere?”
“Nessuno avrebbe dovuto provocare la distruzione dei campioni in sequestro se non c’è un provvedimento emesso da un giudice che lo attesti! Tutto questo assurdo atteggiamento, lo trovo inappropriato, inopportuno e imperdonabile!” Conclude Bossetti nella lettera.