Bonus vacanze per le famiglie italiane: cos’è l’incentivo chiesto dalle Regioni al governo
Bonus vacanze per le famiglie, rilancio del turismo interno e spiagge quasi blindate, con ingressi scaglionati per fasce d'età e con prenotazioni. Sono queste alcune delle ipotesi al vaglio di politici, esperti e associazioni di categoria per l'estate 2020 degli italiani, una stagione che sarà certamente diversa da quella degli anni passati. Parola d'ordine: distanziamento sociale, che dovrà essere mantenuto anche in vacanza per evitare che il nuovo virus si diffonda ulteriormente e faccia scoppiare nuovi pericolosi focolai. E anche se la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha consigliato di aspettate a prenotare viaggi e gite fuori porta per i prossimi mesi di giugno, luglio e agosto, l’industria dell’ospitalità tricolore non vuole perdere tempo e dare una scossa al turismo, che insieme alla cultura vale il 15% del Pil italiano e che risulta tra i settori più colpiti dalla crisi Coronavirus. Qualche numero? "La perdita stimata per il 2019-20 è calcolata tra i 40/50 miliardi e c'è chi dice 60/70 miliardi, ma solo nel weekend di Pasqua è stato stimato che abbiamo perso 300 milioni", ha detto ad Avvenire Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali.
Cosa è il bonus vacanze e a cosa serve
Per far fronte alla crisi del settore, le Regioni al governo hanno chiesto un bonus vacanze, con un abbattimento fiscale destinato al sostegno del turismo interno. Tuttavia, non è ancora chiaro in che forma e misure questo incentivo dovrebbe erogato, se attraverso una somma di denaro cash alle famiglie con il vincolo della spesa vacanziera in Italia (si parla di 300 euro per prenotazioni alberghiere o di altro tipo) oppure con uno sconto fiscale da 500 euro detraibile dalla dichiarazione dei redditi 2021. Il provvedimento potrebbe essere contenuto già nel decreto di fine aprile. "È una delle misure che ci viene chiesta dalle associazioni di categoria, ma anche dalla conferenza Stato-Regioni. Dobbiamo capire come attuarla, ci stiamo lavorando. È un bonus che potrà essere speso o detratto, dobbiamo capirlo. Si parla assolutamente di turismo ‘domestico‘, in Italia", ha detto Bonaccorsi. All’esame del ministero anche la tassa di soggiorno da trasferire alle imprese turistiche, un credito fiscale per i locatari, ma anche forme di finanziamento a fondo perduto in conto capitale e abbattimento totale dell’Imu per il 2020, con percentuali di esborso decrescenti nel biennio 21-22. Al momento, però, sono solo ipotesi. Ad ogni modo, sempre secondo Bonaccorsi, non dobbiamo aspettarci flussi di turisti stranieri, che nel 2019 raggiunsero il picco del 51% del totale, perché dovrebbe prevalere un turismo domestico e fatto di piccoli spostamenti.
Il nodo spiagge: chi può andare a mare
Al momento l'accesso alle spiagge è vietato a tutti, causa il lockdown stabilito dal governo fino al 3 maggio per contenere l'emergenza Coronavirus. Dal 14 aprile, tuttavia, l’accesso agli stabilimenti balneari è consentito solo al personale impegnato in comprovate attività di manutenzione e vigilanza. In alcune regioni – Liguria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia – è stato specificato che gli interventi sono possibili anche nelle relative aree in concessione o di pertinenza. L'obiettivo è quello di prepararsi al meglio alle prossime vacanze. Ma per andare in spiaggia servirà osservare delle regole nuove, nel rispetto del necessario distanziamento sociale per evitare ulteriori contagi. Sarà aumentata sicuramente la distanza tra gli ombrelloni: ci sono società che hanno proposto soluzioni drastiche per non rinunciare alla tintarella con box trasparenti di alluminio e plexiglass alti due metri, di 4,5 metri per lato, con una porta di ingresso. E poi, ancora, si pensa ad ingressi scaglionati per fasce d'età e solo su prenotazione, alla sanificazione degli ambienti comuni, allo stop alle aree gioco per i bambini e alle attività di ristorazione, ad eccezione del servizio direttamente sul bagnasciuga. "È chiaro che le spiagge di Rimini anni Ottanta non le potremmo vedere. Bisognerà garantire lo spazio – ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco -. Nelle spiagge piccole sarà difficile. L'idea delle barriere sulla spiaggia, plexiglass o meno è un controsenso all'aperto, ma va garantito il distanziamento anche sulla spiaggia. Ci dovranno essere percorsi dedicati, attenzione al lavaggio delle mani con presidi per la detersione. Dovremmo avere anche la mascherina a portata di mano, per usarla ad esempio se vogliamo andare al bar".