Bonus di merito per gli insegnanti in busta paga. Polemica tra i prof: “Un’elemosina”
Gli insegnanti destinatari nello stipendio di dicembre – o nel primo del 2017 – troveranno il bonus di merito relativo allo scorso anno – una delle novità contenute nella riforma Buona Scuola. Dei 624 mila professori di ruolo che potevano partecipare alla competizione, il bonus toccherà a 247.782, oltre un terzo. In busta paga, per adesso, troveranno solo l'80% dell'una tantum prevista dalla riforma: il Miur, infatti, trattiene un quinto dei duecento milioni stanziati per l'anno scolastico 2015/2016 in attesa della definizione del ricorso presentato al Tar dai sindacati, che chiedono che il bonus sia esteso anche ai supplenti. Ogni scuola ha diritto in media a 23 mila euro da distribuire tra gli insegnanti migliori, con bonus che vanno da 200 a 1800 euro a professore, con una media di 6-700 euro (che però in busta paga arriveranno più che dimezzati dalle tasse).
Il premio, sin dal suo annuncio, ha subito creato polemiche e malumori: alcuni insegnanti, riporta il Corriere della Sera, l'hanno addirittura definito "un'elemosina". Molti presidi hanno deciso di non divulgare i nomi dei premiati per evitare proteste; mentre secondo la Cisl in Sicilia in nove scuole su dieci il clima è diventato "teso" in seguito proprio all'istituzione del bonus. Anche sui social è un proliferare di polemiche e denunce circa la poca trasparenza e proteste degli esclusi. Di certo c'è che la distribuzione sembra piuttosto casuale. Nel Lazio è è stato premiato il 47% degli insegnanti, uno su due; mentre in Lombardia solo il 36% dei professori – uno su tre – ha avuto il bonus. Una scuola su cinque, invece, ha scelto di dividere i fondi in parti uguali a differenza delle altre che hanno dato premi differenziati; mentre alcuni comitati hanno assegnati i premi a un gruppo di insegnanti invece che a singoli. Qualcuno, infine, ha preso il premio e l'ha regalato alla scuola, mettendo in scena una "protesta costruttiva". Nella metà delle scuole palermitane il bonus è stato assegnato sulla base dell'autocertificazione fatta dagli stessi insegnanti, il che ha provocato proteste che si sono protratte per tutto l'anno in tutta a Italia. A Bologna, ad sempio, molti professori hanno rinunciato a partecipare alla competizione, così come in istituti di Milano, Roma, Napoli.