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Bombe, spintoni e fucili: il video del rapimento di 3 ostaggi israeliani diffuso dalle famiglie
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Le famiglie di 3 ostaggi israeliani – Hersh Goldberg–Polin, Or Levy ed Eliya Cohen – hanno dato il consenso a diffondere il video in cui si mostra il rapimento dei loro congiunti da parte di Hamas nelle prime ore del mattino dello scorso 7 ottobre da un rifugio trovato dopo essere fuggiti dal Festival musicale Nova nei pressi del kibbutz Beeri a ridosso della Striscia Gaza.
"Il video è un'acuta denuncia dell'abbandono che continua da 262 giorni", si legge nella nota del Forum delle famiglie degli ostaggi citata dal Times of Israel.
Il video diffuso oggi è parte di un filmato di Hamas che è stato ottenuto da Israele. Le immagini mostrano i miliziani lanciare bombe nel rifugio per far uscire i tre, costringendoli a salire su un pick up, poi direttosi a Gaza, insanguinati e spaventati, mentre si sentono le voci dei militanti che gridano "Allahu akbar" (Dio è il più grande), con i fucili Ak-47 puntati in alto. Nessuno dei tre è ancora tornato a casa.
Proprio sulla liberazione degli ostaggi è tornato a parlare oggi alla Knesset il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo le dichiarazioni riportate dai media israeliani, avrebbe affermato che "non porremo fine alla guerra fin quando non riporteremo a casa tutti gli ostaggi" e "finché non avremo eliminato Hamas e fatto tornare gli abitanti del sud nelle loro case, al sicuro".
Netanyahu ha spiegato che "siamo impegnati a sostenere la proposta israeliana accolta con favore dal presidente Biden. La nostra posizione non è cambiata. Vi prometto – ha detto – 3 cose: la prima è che non finiremo la guerra finché non avremo indietro i nostri ostaggi, vivi o morti. La seconda, che non contraddice la prima, è che non vi porremo fine finché non elimineremo Hamas e finchè non riporteremo sani e salvi i residenti del sud e del nord alle loro case. La terza – ha concluso – è che ad ogni costo e in ogni modo, contrasteremo le intenzioni dell'Iran di distruggerci".