Bombe atomiche americane in Italia: quante sono, dove si trovano e perché ce le abbiamo
Con la guerra in Ucraina che non sembra vicina a una tregua e la tensione internazionale risalita alle stelle come non accadeva da trent'anni, torna la minaccia nucleare. Ma quante sono le bombe atomiche in Italia, dove sono e soprattutto di chi sono? La Russia è tornata a parlare della possibilità di utilizzare armi nucleari nel caso in cui si sviluppino determinati scenari. Lo hanno detto più o meno esplicitamente vari rappresentanti del Cremlino a partire da Putin stesso, anche se – chiaramente – resta una minaccia che non converrebbe a nessuno, alla fine, mettere in pratica. È superfluo dire che le conseguenze di una guerra nucleare sarebbero devastanti.
La minaccia nucleare riguarda anche il nostro Paese? Noi, di armi atomiche, ne abbiamo diverse sul nostro territorio. Nessuna di queste appartiene però all'Italia. Fanno tutte parte del programma di condivisione Nato e sono testate americane. Ufficialmente – è abbastanza ovvio – non si sa dove siano di preciso né il numero esatto, ma ci sono diverse indiscrezioni e ricostruzioni. Si tratterebbe di almeno 70 testate nucleari, secondo quanto riporta il Messaggero. E si troverebbero tutte in due basi del Nord Italia: Aviano, vicino Pordenone, e Ghedi, vicino Brescia.
Il fatto che le bombe nucleari siano qui in Italia, però, non significa né che siano nostre, né che possiamo utilizzarle. Le armi atomiche restano sotto il controllo di Washington, anche se distribuite in molti Paesi europei della Nato, così come in Turchia. Gli altri Paesi Nato che hanno testate proprie, invece, sono Francia e Regno Unito, ma in misura minore rispetto agli Stati Uniti.
Per la Nato gli armamenti nucleari hanno la funzione di deterrenza, ovvero servono a mantenere la pace dissuadendo altri Paesi ad attaccare. Il rischio che vengano utilizzate, soprattutto in questa fase, viene ancora definito remoto.