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Bolzano, madre e bimba morirono in slittino: assolto presidente funivia per i cartelli in tedesco

Il Gip del Tribunale di Bolzano oggi ha assolto dall’accusa di omicidio colposo Sigfried Wolfsgruber, presidente del consiglio di amministrazione della società Funivie del Corno del Renon dove persero la vita la piccola Emily Formisano di 8 anni e della madre Renata Dyakowska.
A cura di Antonio Palma
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Non c'è nessun colpevole per la morte della piccola Emily Formisano di 8 anni e della madre Renata Dyakowska, vittime del terribile incidente con lo slittino avvenuto sul Corno del Renon nel Gennaio del 2019, in Trentino Alto Adige. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bolzano oggi ha assolto dall'accusa di omicidio colposo Sigfried Wolfsgruber, presidente del consiglio di amministrazione della società Funivie Corno del Renon.

All'uomo la Procura contestava le carenze della cartellonistica della pista che, secondo gli inquirenti, avrebbe indotto madre e figlia a sbagliare pista ritrovandosi nella zona più pericolosa senza alcuna esperienza durante i loro giorni di settimana bianca. Quel terribile 4 gennaio di quattro anni fa, infatti, la 38enne di Reggio Emilia Renata Dyakowska e sua figlia Emily scesero per errore con lo slittino lungo una ripida pista nera dove questo mezzo è vietato. A causa della elevata pendenza, persero il controllo dello slittino, schiantandosi contro un albero a lato del tracciato. La bimba morì sul colpo mentre la madre è deceduta dopo un mese di agonia in ospedale.

Per gli inquirenti a indurre nell'errore madre e figlia fu la segnaletica che era a quaranta metri dalla stazione a monte dell’impianto di risalita, anziché vicino alla pista, ma anche l’assenza di una scritta in italiano sul cartello di divieto di slittino e la mancanza di una chiara delimitazione del tratto iniziale della pista nera. Tutti elementi che però il Gip non ha accolto come prova di colpevolezza, rigettando la richiesta di 4 mesi di carcere, avanzata dal pm, e assolvendo l'imputato nel processo con rito abbreviato perché il fatto non sussiste, come avevano chiesto i legali della difesa.

“Mia moglie vedendo la pista non voleva scendere da lì” aveva  raccontato il marito della donna e padre della bimba, ribadendo di non aver visto quel piccolo simbolo di divieto ma solo la scritta in tedesco per loro incomprensibile. “Se mi fossi accorto del divieto avrei detto a mia moglie di non scendere” aveva assicurato il papà della piccola Emily che attendeva figlia e moglie a valle. Dopo le accuse, sul cartello in Alto Adige accanto alla scritta tedesca era infine comparsa anche quella in italiano.

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