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Peter Neumair e Laura Perselli uccisi a Bolzano

Bolzano, Madè Neumair: “Ho paura che mio fratello Benno faccia del male anche a me”

Madè Neumair ha affidato al suo legale una memoria in cui ha espresso i timori per la propria incolumità. Il documento è stato presentato ieri durante l’udienza del tribunale del Riesame che deciderà sulla continuazione o la sospensione della misura per cautelare per Benno Neumair, accusato di aver ucciso i genitori Peter e Laura e di averne occultato i corpi. La decisione terrà conto del rischio che l’indagato possa uccidere di nuovo.
A cura di Angela Marino
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Madè ha affidato al suo legale una memoria in cui ha espresso i timori per la propria incolumità. Il documento è stato presentato ieri, durante l'udienza del tribunale del Riesame che deciderà sulla continuazione o la sospensione della misura per cautelare per Benno Neumair, accusato di aver ucciso i genitori Peter e Laura e di averne occultato i corpi. La memoria di Madè Neumair potrebbe rivelarsi centrale nella decisione dei giudici. Uno dei punti cardine del provvedimento di arresto di Benno è proprio il pericolo della reiterazione del reato. Il pericolo, cioè, che Benno possa uccidere di nuovo.

Medico a Innsbruck, Madè, sorella del presunto omicida e figlia delle vittime, già al suo ritorno a Bolzano aveva rifiutato di alloggiare nella casa di famiglia in via Castel Roncolo a Bolzano, dove secondo gli inquirenti i genitori sono stati uccisi il 4 gennaio scorso. A questo proposito la Procura avrebbe ipotizzato che Peter e Laura siano stati uccisi in momenti diversi. Intorno alle 17:30, Peter e alle 21 e 30, la compagna. Sempre secondo le ipotesi della Procura, l'omicidio di Peter, con cui Benno aveva un rapporto conflittuale, potrebbe essere stato ‘il movente' di quello di Laura.

Peter Neumair e Laura Perselli
Peter Neumair e Laura Perselli

Rincasata tardi, la madre di Benno avrebbe scoperto il delitto diventando così, a sua volta, una testimone da eliminare. Intorno alle 21, Benno era stato visto in giardino, con un aspetto affaticato e scomposto, tanto che avevano pensato che fosse reduce da un allenamento. Intorno a quell'ora, secondo le ipotesi della procura, l'assassino avrebbe caricato i cadaveri in auto per poi gettarli dal Ponte della Vadena. Tra le varie cause di morte ipotizzate fino a ora, ci sono lo strangolamento e l'annegamento. Il corpo di Laura, recuperato sabato scorso dopo 33 giorni in acqua, peraltro, presenterebbe diverse ecchimosi. Potrebbe trattarsi degli urti subiti dal corpo che la corrente ha trascinato per diversi metri. L'alternativa, invece, è che Laura possa essere stata picchiata prima della morte. Sarà l'autopsia attesa in questi giorni a chiarire le dinamiche.

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