Bologna, morta per infezione da Candida in ospedale 6 mesi dopo l’intervento: indagine per omicidio colposo
La Procura di Bologna, coordinata dal pm Marco Imperato, sta indagando per omicidio colposo sulla vicenda della paziente 65enne deceduta all'Ospedale Bellaria di Bologna, dopo un primo ricovero al policlinico Sant'Orsola, dove era stata operata per l'asportazione di un tumore benigno a un nervo cranico, vicino a un orecchio. La morte sarebbe sopraggiunta a seguito di varie complicanze e di un'encefalite provocata da una rara infezione da Candida.
Il fascicolo è stato aperto dopo un esposto dei familiari, assistiti dall'avvocato Chiara Rinaldi, che ha nominato come consulente di parte Donatella Fedeli per partecipare all'accertamento tecnico.
Secondo la denuncia, l'infezione potrebbe essere stata causata dal materiale operatorio utilizzato nell'intervento dello scorso novembre per chiudere la ferita chirurgica, poi asportato a gennaio con un successivo intervento. Nel mese di dicembre, la paziente era stata trasferita al Bellaria, dove è morta ad aprile 2024.
I familiari chiedono di valutare il comportamento dei medici che hanno preso in cura la paziente, verificando eventuali imprudenze e negligenze, e sequestrando la documentazione clinica.
Il medico legale Donatella Fedeli e l'infettivologo del Niguarda, Massimo Puoti, consulenti di parte, avrebbero concluso per l'esistenza di un nesso di causalità tra l'intervento e l'encefalite da Candida: la terapia iniziata tardivamente rispetto ai primi sintomi avrebbe in qualche modo contribuito al decesso.
La consulenza tecnica disposta dalla magistratura, affidata a Matteo Tudini e Davide Fiore Bavaro, pur escludendo responsabilità dello staff medico che ha avuto in cura la paziente, ha accertato criticità nei controlli delle infezioni e della sterilità negli ambienti sanitari.
Ora spetterà alla Procura valutare come procedere.