Bologna, flop della protesta contro il Green Pass alla stazione: solo una decina di manifestanti
Alla Stazione Centrale di Bologna, mercoledì 1 settembre 2021, la grande mobilitazione dei No-Green Pass e No-Vax contro l'obbligo di esporre la certificazione verde nei mezzi pubblici a lunga percorrenza si è rivelata un grande flop. Nella giornata in cui entra in vigore la norma, il Viminale ha predisposto un aumento di controlli presso le principali stazioni italiane, dove su diversi gruppi Telegram si era organizzato un blocco ferroviario per impedire ai treni di partire e ai passeggeri muniti di Green Pass di salire a bordo. "Se non fanno partire noi allora non dovrà partire nessuno", recitava uno dei volantini fatto girare sui social per spingere alla mobilitazione.
Contrariamente alle aspettative, però, all'appuntamento che era stato dato a partire dalle 14,30, si sono presentate appena una decina di persone, tutte sprovviste di striscioni o di megafoni. "Non si tratta di un flop. Nessuno aveva intenzione di portare avanti una lotta armata o di creare disordini", ha detto alla stampa uno dei leader del movimento No-Mask di Bologna, Mattia Florulli, titolare di dell'Halloween Pub, locale assurto alle cronache cittadine per non aver chiuso in tempi di lockdown.
Florulli ha definito l'assenza di manifestanti "una situazione studiata ad hoc per essere un flop". Fatto sta che nella giornata di mercoledì 1 settembre in Piazza Delle Medaglie Oro c'erano più giornalisti e agenti di polizia che manifestanti.
L'aumento dei controlli era stato voluto dal Viminale dopo le violenze da parte di alcuni manifestanti No-Vax e No-Green Pass in diverse città italiane contro politici, virologi e giornalisti. Sabato 28 agosto il giornalista videomaker di Repubblica Francesco Giovannetti è stato preso a pugni e minacciato a morte da un manifestante durante l'esercizio del suo lavoro. Il collega ha riportato una prognosi di 15 giorni. Sempre a Roma è stata aggredita e ferita anche la giornalista di Rainews24 Antonella Alba, poi accusata di essere una "terrorista".
Nel gruppo Telegram "Basta Dittatura!" sono inoltre circolati in questi giorni numeri di telefono e indirizzi di diversi personaggi pubblici, con incitamenti ad "inondarli di messaggi" o "andarli a prendere sotto casa". È il caso, tra gli altri, del virologo Matteo Bassetti inseguito fin sotto alla sua abitazione da un militante e ora sotto scorta.
Sono, questi, alcuni episodi che hanno spinto i rappresentanti delle istituzioni a prevedere dei maxi controlli per il "blocco ferroviario" di mercoledì 1 settembre. Blocco ferroviario che, alla fine, non c'è stato.