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Covid 19

Bologna, epidemiologo morto 38 anni. L’Ordine dei medici: “Studiava covid dalla mattina alla sera”

Andrea Farioli, medico epidemiologo bolognese di 38 anni, è stato trovato senza vita nella sua casa giovedì scorso. L’Ordine dei Medici: “Negli ultimi giorni Andrea era stanco e l’avevamo più volte sollecitato a ridurre il tempo della sua presenza in servizio, cosa che lui aveva accettato solo parzialmente”.
A cura di Davide Falcioni
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Aveva passato gli ultimi mesi a studiare incessantemente il coronavirus, accumulando una stanchezza che molto probabilmente ha contribuito a rendere il suo fisico più vulnerabile e a causarne la morte. Andrea Farioli, medico epidemiologo bolognese di 38 anni, è stato trovato senza vita nella sua casa giovedì scorso. L'uomo, nato ad Assisi, si era trasferito a Reggio Emilia da ragazzo e dopo il liceo aveva deciso di frequentare l'università a Bologna laureandosi in medicina e ottenendo un dottorato di ricerca, per poi inanellare una ricca serie di pubblicazione e avere costanti impegni all’Università di Harvard.

Mercoledì scorso aveva avuto l'ultima conversazione con il padre: "L’ho sentito e mi ha detto che era più o meno tutto normale – dice l'uomo a Il Resto del Carlino -. Era molto stressato, mi ha spiegato, perché in questo periodo lavorava in reparto dodici ore al giorno. Era impegnato sia come epidemiologo, sia come medico del lavoro. Era molto stanco, ha detto che non mi avrebbe richiamato e che ci saremmo sentiti il giorno dopo, perché sarebbe andato a dormire subito dopo aver mangiato qualcosa". L'indomani mattina è stata la sorella a dare l'allarme alla polizia dopo aver tentato di chiamarlo più volte senza ottenere risposta: il dottor Farioli è stato trovato morto sul suo letto.

Anche l'Ordine dei Medici di Bologna ha riconosciuto la sua abnegazione per il lavoro. Andrea Farioli "aveva associato lo studio dell'epidemiologia della pandemia Covid-19 ad un'attiva e instancabile presenza nell'ambito delle nostre attività di controllo e valutazione degli operatori del Policlinico". "Negli ultimi giorni – ricorda l'Ordine – Andrea era stanco e l'avevamo più volte sollecitato a ridurre il tempo della sua presenza in servizio, cosa che lui aveva accettato solo parzialmente, perché riteneva essere suo dovere stare con noi ed essere di guida ai medici più giovani della nostra scuola. Non sappiamo quale sia il nostro destino e quindi non abbiamo su questo certezze. Non abbiamo certezze sulle vere cause della morte di Andrea. Credo però che la morte di Andrea presenti, comunque, un legame stretto con la pandemia da coronavirus, non so se direttamente con il virus o con la sua partecipazione alla lotta alla pandemia. Sono, quindi, convinto che debba essere ricordato tra i medici caduti in questa battaglia".

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