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Bologna, docente universitario sospeso: “Festini a base di droga e avance alle studentesse”

Il professor Serretti, luminare della psichiatria, è stato accusato dai suoi stessi studenti ed è ora finito sotto inchiesta.
A cura di Davide Falcioni
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Alessandro Serretti, considerato uno dei più prestigiosi psichiatri al mondo, è finito sotto inchiesta per truffa e per aver offerto droga ai suoi studenti specializzandi: per questo il luminare non potrà insegnare per i prossimi due mesi all'Università di Bologna, né proseguire le sue attività all'interno dell'Ausl di Bologna. Secondo quanto ricorda il Fatto Quotidiano la vicenda esplose in tutto il suo clamore nel novembre scorso, quando Seretti venne "segnalato" da 25 dei 32 allievi della sua scuola di specializzazione, che scrissero una lettera ai vertici dell'ateneo bolognese, rivelando che il professore partecipava a festini a base di cocaina e non lesinava avance alle studentesse. Chi non avesse partecipato ai "party" sarebbe stato escluso dai "favori" del docente.

Uso smodato di alcolici e avance alle studentesse

A quell'esposto presentato dagli specializzandi il giudice Rita Chierici sta dando non poco credito. Secondo il Gip, infatti, sarebbe credibile l'esistenza di un "sistema fondato sull’appartenenza a un gruppo chiuso creato dal Serretti che per creare un clima di coesione con i partecipanti promuoveva sistematicamente incontri extra-lavorativi, imponendo le proprie regole di comportamento". Il gip parla anche un "uso smodato di alcolici ed espliciti approcci sessuali" nei confronti delle studentesse. Gli appuntamenti sarebbero serviti “per stimolare lo spirito di gruppo, ma anche per manipolare gli specializzandi e chi non condivideva tali regole veniva escluso dal gruppo e sbeffeggiato dal professore". L'impianto accusatorio nei confronti del docente si regge sulla lettera inviata dai 25 studenti, le cui dichiarazioni sono ritenute “logiche, coerenti, spontanee, genuine, dettagliate e prive di intenti calunniosi".

Lo psichiatra: "le bustine non contenevano droga ma detersivo"

Dal canto suo Serretti si è difeso affermando che l'offerta di droga non è stata provata, dal momento che le bustine che consegnava contenevano soltanto del detersivo. Si sarebbe trattato, dunque, di una simulazione volta ad accreditarsi tra i giovani come "trasgressivo". secondo il giudice, tuttavia, questa spiegazione "è gratuita e improbabile, nonché eticamente riprovevole e priva di fondamento logico". Nessuno degli studenti,infatti, avrebbe mai dimostrato di ammirare questi atteggiamenti definiti trasgressivi dal docente.

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