Bologna “Città 30”, in auto con il sindaco Lepore: “La città non è nel caos, anche io ero scettico”

Il primo cittadino emiliano a Fanpage.it: “Misura per intervenire su sicurezza stradale e inquinamento, ma non solo. Così città più lenta e inclusiva, non è per fare cassa. È un’operazione anche culturale”
A cura di Beppe Facchini
17 CONDIVISIONI
Immagine

“È sicuramente un'operazione anche culturale che deve mostrare una prospettiva diversa di città: più lenta, ma che permette a tutti di arrivare a destinazione. Una città che punta alla qualità della vita”.

Matteo Lepore, sindaco di Bologna, è certamente il primo cittadino più citato degli ultimi giorni: il capoluogo emiliano, infatti, dallo scorso 16 gennaio è diventato ufficialmente il primo grande centro nel nostro Paese ad estendere il limite dei 30 km/h in gran parte delle sue strade urbane.

Per l'esattezza, si tratta di circa il 70% delle arterie bolognesi, sulle quali non si va più ai cinquanta all'ora tanto in nome della sicurezza stradale, quanto per favorire l'utilizzo di mezzi di spostamento alternativi all'auto, provando a incidere così anche in materia di ambiente e inquinamento, compreso quello acustico.

La decisione della giunta Lepore, però, ha aperto un gran dibattito sul tema non solo a Bologna, ma anche nel resto d'Italia, con altri sindaci ed esponenti del Governo, come il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, intervenuti in ogni modo nella discussione. In particolare, col responsabile del Mit c'è stato anche un botta e risposta sull'asse Roma-Bologna, culminato con una direttiva sulle “Città 30” e un incontro, seppur in videocollegamento, chiarificatore tra i due. “Credo che non abbia letto il nostro provvedimento, nonostante lo abbia finanziato, esordendo a un certo punto sui social per dire che questa non era la sua idea di città e di mobilità sostenibile” spiega Lepore a Fanpage.it, durante un giro in macchina lungo le strade bolognesi.

Durante il giro in auto il sindaco spiega i contenuti della misura della discordia adottata all'ombra delle torri, e fa un punto dopo la prima settimana d'adozione. “A mio parere lo ha fatto forse in maniera non adeguata, perché credo che prima di intervenire su una cosa occorra studiarla -continua riferendosi al vicepremier-. Poi però ci siamo chiariti”.

“All'inizio devo dire che anche io ero un po' scettico -ammette Lepore-. La consideravo anche io una cosa complicata, inizialmente il disagio per uno che è abituato in maniera diversa c'è, lo ammetto: bisogna quindi cambiare un'abitudine individuale, che poi però ti ripaga, perché quando capisci come gestire un'auto anche ai trenta, hai una guida più confortevole e non devi più guardare il contachilometri”.

Proprio la difficoltà nel tenere gli occhi sulla strada e rispettare i limiti di velocità, è una delle critiche mosse verso il Comune da diversi utenti: era emerso anche nella prova sul campo di Fanpage.it subito dopo l'introduzione della misura. Tempo al tempo, è il messaggio che lancia Lepore in estrema sintesi: “Che non si riesca a guidare ai trenta è falso”. Non solo. “La città non è nel caos, anzi -riprende il sindaco-. Si sta andando più piano e i cittadini rispettano i limiti. Penso si veda già un effetto positivo. Se ne discute molto e un po' lo avevo immaginato, ma mi aspettavo meno conflitto politico a livello nazionale. Forse però è un bene, perché abbiamo fatto emergere un tema che per noi è molto importante, cioè la sicurezza stradale”.

Altri comuni sono pronti a seguire l'esempio di Bologna, coi motivi della rivoluzione su strada voluta da Lepore e la sua giunta basati su studi internazionali e di esperti in materia, oltre su parametri messi nero su bianco dai tecnici romani. “Si tratta di un provvedimento per la sicurezza stradale, ma anche un'idea di città -continua-: più inclusiva e con nuovi punti di convivenza”. Ricordando come quotidianamente i circa 400mila residenti diventino il doppio, per via di pendolari, lavoratori e tante altre persone che vivono Bologna, Lepore ricorda inoltre che “lo spazio pubblico è sempre quello e le strade non sono molto spaziose, quindi occorre trovare soluzioni nuove”.

Immagine

La velocità stradale, spiega ancora il sindaco emiliano, è importante per ridurre la mortalità. “Se si fa un incidente a 50 km/h è come cadere dal terzo piano, la percentuale di sopravvivenza è una su dieci -riporta-. Se si va invece ai trenta è molto più alta, lo dicono gli studi”.

E sempre la letteratura scientifica fornisce anche indicazioni sul minor impatto ambientale di una velocità ridotta. “Si riducono le emissioni perché si frena e si accelera di meno” assicura Lepore, approfittandone per ricordare che in realtà, a Bologna, le prime zone a trenta chilometri orari sono arrivate nel lontano 1989, dunque non una novità assoluta, e che dopo i primi dieci giorni di di provvedimenti ci sono già più ciclisti in giro, motivati a lasciare l'auto a casa per spostarsi, perché rassicurati dal nuovo modo di guidare dei propri concittadini.

A chi attacca invece l'amministrazione di aver reso maggiormente confusionari gli spostamenti in città, Lepore replica: “Laddove non ci sono le segnaletiche si può andare ai cinquanta. Adesso probabilmente adegueremo alcune strade segnalando meglio i limiti, anche perché abbiamo notato che c'è chi va ai trenta dappertutto e questo certamente non aiuta. Occorrerà un adattamento fisiologico ma poi credo che le persone comprenderanno dove è necessario rallentare”.

A quanti sostengono che in una città senza metropolitana o altri servizi pubblici alternativi all'auto quello adottato rischia di essere un provvedimento privo di una componente importante per centrare i suoi obiettivi, il sindaco riporta altri esempi europei simili. Mentre a proposito di lamentele (e in alcuni casi vere e proprie fake news) su ritardi nelle consegne dei corrieri o sulle ambulanze inibite a correre se in emergenza, replica rimandando ai mittenti le critiche. Anzi: “C'è chi sta usando la Città 30 come scusa per giustificare i propri ritardi, prima chissà quante infrazioni commettevano i fattorini, senza venir mai sanzionati, pur di fare più consegne”. Quanto a tassisti o conducenti di Ncc che lamentano la possibilità di ridurre la mole di lavoro e dunque di incasso per via della velocità ridotta, pochi dubbi: “Si troveranno con meno competizione su strada perché ci saranno meno persone che utilizzeranno l'auto per tratti brevi”.

Sicuro che la scelta dei trenta in città non si rivelerà un boomerang politico (Lepore è al primo mandato) il sindaco infine aggiunge: “Abbiamo sempre detto che saremmo pronti ad adeguare il provvedimento per migliorarlo sulla base delle evidenze. Quindi ci confronteremo e valuteremo. Tutti ci chiedono di garantire maggiore sicurezza stradale, ma altrettanti non sono disposti ad andare più piano, bisogna perciò trovare un compromesso”. In definitiva, assicura comunque il primo cittadino bolognese, “la città sta funzionando perfettamente e i servizi si stanno erogando senza nessun problema”.

17 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views