Bologna, Beatrice perseguitata dall’ex: “Salvatemi dal mio femminicidio”
"So già che sarò la prossima vittima, e poi non dicano: ‘Non sapevamo fosse così violento'. E l'amara conclusione che Beatrice Valentino dopo l'ennesimo atto persecutorio di cui è rimasta vittima dal suo ex. ". "Da quando ci siamo separati nel 2010 – racconta a Fanpage.it. – non ha fatto altro che picchiarmi, umiliarmi, vessarmi, e minacciarmi".
"I problemi, spiega Beatrice, sono cominciati quando il Tribunale gli ha imposto di pagare gli alimenti per nostra figlia – 150 euro al mese – cifra che si è sempre rifiutato di versare, tanto che da allora sono l'unica a provvedere al sostentamento di nostra figlia adolescente". "Proprio lei – racconta la mamma bolognese – ha patito le sofferenze maggiori di questa situazione di conflitto e della persecuzione che ne è derivata: quando il mio ex ha minacciato di disconoscerne la paternità (dimostrata da un test del DNA), lei ha avuto un crollo psicologico e ha tentato il suicidio. Mi hanno chiamato in ufficio per dirmi che, a scuola, chiusa in un ripostiglio, aveva ingerito dei farmaci".
Alla violenza psicologica presto, racconta Beatrice, si aggiungono le minacce. Ho denunciato puntualmente le aggressioni fisiche (refertate in ospedale a Budrio), le ingiurie, le minacce, nelle quali, purtroppo, rientra anche una busta contenente dei proiettili che ho ricevuto a casa". Nonostante le denunce, si evince dal racconto della donna, la situazione è ancora molto tesa.
"Io e mia figlia viviamo da recluse. La piccola è ospite di una comunità che si prende cura di lei, proteggendola anche da eventuali atti di autolesionismo, mentre io vivo tra casa e il lavoro, guardandomi le spalle, nel terrore che lui possa essere dietro di me".
"Il "femminicidio" – dice Mary Petrillo, criminologa, coordinatrice del Crime AnalystsTeam, è epilogo di una "consolidata" violenza in famiglia, da fonti statistiche internazionali, la violenza domestica è esercitata, nel 95% dei casi sulle donne. In genere colui che commette atti di violenza è il marito o compagno, che vuole, a tutti i costi, avere completo controllo sulla donna. A tutte le donne consiglierei, di stare lontane da un uomo che è, in modo ossessivo, bisognoso di esclusività, colui che ha generalmente una personalità narcisistica molto esagerata, una personalità che ha un eccessivo bisogno di accettazione e possiede una personalità tecnicamente definita "borderline".
"Questa tipologia di uomo – dice Petrillo – si rivela abbastanza in fretta e se, invece la storia è iniziata e poi portata a termine dalla donna non accettate mai di incontrare il soggetto da solo soprattutto nel "famigerato ultimo incontro chiarificatore" . Rivolgetevi ai centri antiviolenza più vicini a voi e lì sarete seguite gratuitamente sia a livello legale che psicologico. Denunciare con forza e pubblicamente come ha fatto Beatrice, è sempre un deterrente per la violenza".