Bodyguard e furgoni neri: così il n°1 di Caterpillar ha detto a 270 operai che chiuderà sito di Jesi
Lo stabilimento di Jesi (Ancona) della Caterpillar, la multinazionale statunitense che produce cilindri per macchine movimentazione terra, chiuderà. Ad annunciarlo è stato Jean Mathieu Chatain, direttore del sito produttivo, in un incontro con i sindacati che si è tenuto questa mattina presso la sede regionale di Confindustria e che vedeva all'ordine del giorno altri punti: Chatain avrebbe infatti dovuto relazionare sullo stato dell'azienda e sarebbe arrivato al vertice con le organizzazioni sindacali accompagnato da tre guardie del corpo e un giuslavorista, un comportamento decisamente anomalo: "Delegazione strana – ha infatti commentato Maurizio Gabrielli, sindacalista della Fiom Cgil -. La comunicazione è stata veloce e secca: il Consiglio di amministrazione in data 2 dicembre ha deliberato la chiusura dello stabilimento". Per i circa 270 lavoratori del sito jesino – un'ottantina dei quali interinali – si è trattato di un fulmine a ciel sereno; alcuni di loro, infatti, si aspettavano nel 2022 di essere assunti in pianta stabile e la notizia della chiusura dello stabilimento li ha lasciati increduli.
Perché Caterpillar chiude a Jesi? Fiom: "Solo ragioni di profitto"
La chiusura del sito produttivo non è motivata da un calo delle commesse. "Questi chiudono solo per aumentare il profitto", spiega a Fanpage.it Tiziano Beldomenico, segretario regionale della Fiom Cgil, aggiungendo che "non si sa dove vogliano delocalizzare la produzione, né a noi interessa saperlo perché faremo di tutto affinché il sito rimanga a Jesi. Ne va del futuro di 270 lavoratori e lavoratrici, più un centinaio dell'indotto". Secondo il sindacalista Caterpillar è una società in piena salute. "Lo stabilimento di Jesi lavora su tre turni e gli operai erano pronti a fare gli straordinari anche domani. La notizia della chiusura li ha lasciati sconvolti. Ora per noi sarà il momento della mobilitazione, venderemo cara la pelle". È stato proprio Beldomenico a raccontare il clima in cui stamattina è stata comunicata la decisione della multinazionale: "Chatain è arrivato accompagnato da due furgoni neri al cui interno c'erano tre marcantoni, che ho scoperto essere le sue guardie del corpo. Non mi era mai capitato niente del genere nella mia carriera di sindacalista. Come se non bastasse Chatain ha anche tentato di spiegare ai lavoratori in sciopero, con un megafono, la decisione della Caterpillar, ma è stato costretto ben presto a scappare. Qualcuno gli avrà fatto notare che non era il caso di restare lì, e che le guardie del corpo non sarebbero servite a niente contro gli operai…".
Cgil: "Sciopero generale. Se non ora, quando?"
Anche Daniela Barbaresi, segretaria regionale della Cgil, si è detta esterrefatta: "Il settore in cui opera Caterpillar non è stato colpito dalla crisi. Tutt'altro. La decisione di chiudere lo stabilimento di Jesi avrà un impatto enorme sull'occupazione. Quello che è accaduto stamattina conferma anche le ragioni dello sciopero generale. Se non ora, quando?".