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Bocelli utilizzato per pubblicizzare “saldi mai visti”: esplode la polemica

Accade a Bassano del Grappa. Il titolare del negozio non è nuovo a simili iniziative: nel 2012 una campagna pubblicitaria con l’immagine di Mario Monti, allora presidente del Consiglio, gli costò una denuncia e un processo per vilipendio.
A cura di C. M.
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Foto da Facebook
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Una pubblicità che sicuramente farà discutere, ma allo stesso tempo suscita ilarità. "Saldi mai visti", uno slogan innocuo, non fosse il testimonial d'eccezione. Protagonista a sua insaputa della goliardica réclame è il tenore Andrea Bocelli, che è apparso su un grosso cartellone pubblicitario ideato da Alessandro Di Villari, proprietario del negozio d'abbigliamento Tbc a Bassano Del Grappa, negoziante non nuovo a questo tipo di provocazioni commerciali. "Abbiamo giocato sul doppio senso, nessuna volontà di offendere Bocelli che è dotato del senso dell’ironia", ha dichiarato Di Villari al Corriere del Veneto.

La pubblicità, però, come era facile prevedere, non è piaciuta a tutti, anzi ha suscitato numerose polemiche in città. Ironia gretta, di bassa lega, di pessimo gusto, addirittura "vergognosa". Insomma, i commenti non si sprecano, gli abitando di Bassano non sembrano aver gradito la trovata pubblicitaria. Anche il sindaco di Bassano Del Grappa, Riccardo Poletto, rincara la dose: "Del tutto fuori luogo. Quel banner lo segnalerò alla Polizia locale, se non è già intervenuta. Ma credo che qualche agente si sarà già munito di codice per capire come muoversi". Una dichiarazione piccata, che fa presagire un'immediata rimozione del cartello pubblicitario.

"Non ho intenzione di toglierlo, alle critiche sono abituato", ha risposto per le rime Di Villari. Già nel 2012, racconta il Corriere del Veneto, quando inaugurò la sua attività commerciale, il negoziante la sponsorizzò con una campagna un po' sui generis: "Wear for motherf…", vestiti per figli di buona donna, tradotta mantenendo un minimo di contegno. La stessa pubblicità inaugurale venne poi successivamente proposta in versione natalizie, con l'effige dell'allora presidente del Consiglio Mario Monti. Quella campagna costò a Di Villari una denuncia e un processo per vilipendio, però.

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