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Bocciato per cattiva condotta, viene salvato dal Tar: “E’ colpa degli insegnanti”

Per il Consiglio di classe lo studente, romano che frequentava la seconda media, avrebbe dovuto ripetere l’anno. Ma i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio hanno dato ragione ai genitori.
A cura di B. C.
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 voto basso in condotta, comminato dagli insegnanti per via del comportamento "strafottente" tenuto nei confronti degli altri compagni di classe. Da qui la decisione di bocciare il ragazzino. I genitori però non sono stati a guardare, adducendo il fatto che negli anni precedenti il figlio era sempre andato bene (regolarmente promosso con la media del 7). Secondo mamma e papà, sarebbe stato invece penalizzato per aver avuto una litigio con un compagno, che gli ha procurato l'abbassamento del voto in condotta.

I giudici hanno dato ragione ai genitori dello studente, perché "l'abbassamento della condotta ha pesato ulteriormente su un curriculum già deficitario", mentre una nota disciplinare "avrebbe scalfito l'atteggiamento di arroganza e di sicurezza che l'alunno rivelava sovente nei suoi rapporti con i compagni e verso l'istituzione scolastica". E così il rendimento scolastico dello studente, già "tendente alla scarsa concentrazione e non perfettamente consapevole dei rischi che correva", sarebbe crollato. "L'atteggiamento di incostanza e la sicurezza nel comportamento arrogante sono stati incentivati dalla mancanza di una risposta disciplinare severa" si legge ancora nelle motivazioni della sentenza. Insomma, secondo il Tar la colpa è degli insegnanti che non hanno fatto abbastanza per recuperare lo studente.

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