Blitz antimafia a Catania, arrestate 15 persone: interrotto un “summit” mafioso
Stanotte i carabinieri della compagnia di Randazzo hanno eseguito alcune ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 15 persone (14 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), ritenute appartenenti ad un clan mafioso operante sulla fascia ionica della Sicilia, in qualità di diretta articolazione della famiglia Santapaola-Ercolano. Grazie alle investigazioni intraprese in questi anni, i Carabinieri sono riusciti ad interrompere un importante "summit" mafioso – tenutosi il 4 Aprile 2013 – scongiurando, di fatto, una escalation criminale per l'affermazione dell'egemonia sul territorio. I soggetti sarebbero legati alla consorteria mafiosa facente capo a Paolo Brunetto con influenza sui territori di Castiglione di Sicilia, Giarre e Fiumefreddo, ai quali sono stati contestati i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito delle sostanze stupefacenti ed estorsione. Si tratterebbe di un'associazione armata legata all'organizzazione criminale catanese dei Santapaola-Ercolano, dedita a delitti contro il patrimonio e al traffico di sostanze stupefacenti, tutte attività finalizzate al controllo del territorio e alla gestione del tessuto economico locale.
Imponevano anche l'assunzione di personale nelle aziende
In questa struttura verticistica il ruolo apicale sarebbe stato rivestito da Pietro Carmelo Oliveri sul territorio di Giarre e Fiumefreddo mentre Vincenzo Lomonaco avrebbe operato sul territorio di Castiglione di Sicilia. Un'indagine che è cominciata a seguito di alcuni episodi di danneggiamento e intimidazioni ai danni di diversi imprenditori e commercianti siciliani: condotte estorsive che si sarebbero manifestate attraverso richieste di denaro e l'imposizione forzata della cosiddetta "guardiania", ovvero l'assunzione di personale (le cifre varierebbero da 1.000 a 12.000 euro all'anno oltre ai 500 euro al mese per la guardiania, ndr). Molte le aziende del settore vitivinicolo operanti nel territorio di Castiglione di Sicilia che sarebbero state minacciate anche con atti di danneggiamento come il taglio di alberi da frutto (ulivi e interi filari di viti).