Blackout nel Catanese: come si vive senza luce e acqua, mentre si superano i 40 gradi
"Una cosa si aggiusta e un'altra si rompe". E il vento caldo che oggi soffia sulla Sicilia rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. Mentre il versante occidentale dell'isola e Palermo sono messe in ginocchio dagli incendi, nella parte orientale e nella provincia di Catania al momento i problemi maggiori sono dati dai blackout. I distacchi dell'energia elettrica si sommano ormai da quasi una settimana e, a singhiozzo, riguardano il capoluogo etneo e la provincia.
"Stamattina, intorno alle sei meno un quarto, è mancata la luce nella zona della Playa", cioè quella degli stabilimenti balneari sul litorale, spiega a Fanpage.it l'assessore alla Protezione civile del Comune di Catania, Alessandro Porto. "Metà dei quartieri di Barriera e Canalicchio è alimentata, l'altra metà no – prosegue – nella zona di Librino e San Giorgio l'allarme è rientrato questa notte. Ma non possiamo fare previsioni di lungo periodo", continua l'assessore.
A conti fatti, migliaia di utenze nel solo capoluogo sperimentano da giorni cosa significa vivere senza energia elettrica. E, in molti casi, anche senza acqua corrente. Perché i pozzi della Sidra, la società che gestisce le erogazioni idriche in città, hanno bisogno delle pompe per distribuire l'acqua potabile. E se le pompe non funzionano perché non c'è la luce, allora manca anche l'acqua. "Ormai ho il frigo completamente vuoto – spiega Roberta, una residente del viale Mario Rapisardi, una delle zone di Catania maggiormente colpite dai blackout – Già all'inizio della scorsa settimana si erano manifestati i primi distacchi". A intermittenza, distacchi di qualche minuto, al massimo mezz'ora. "Poi la situazione è andata via via peggiorando, e non si è ancora risolta".
L'inizio dell'emergenza
Roberta ha atteso da giovedì a sabato che tornasse l'energia elettrica. Domenica ha cercato conforto a casa di parenti, nel Comune di Gravina di Catania, nell'hinterland, salvo scoprire che anche lì i distacchi avevano colpito duramente. "Lì mancava pure l'acqua, almeno da me i rubinetti non erano a secco. Non ho potuto lavorare per giorni, ho dovuto buttare chili di cibo tra frigo e congelatore e so di non essere nemmeno una delle persone messe peggio".
Le situazioni di emergenza riguardano, come sempre, le categorie più fragili. Il dipartimento della Protezione civile Regionale ha diffuso ieri i tabulati delle temperature rilevate alle 15: la stazione di Catania ha segnato 47,6 gradi, la più alta dell'isola. In tutta la provincia etnea difficilmente si è scesi sotto i 40 gradi.
I racconti, sui profili social, si accavallano: genitori di neonati che non sanno come affrontare il troppo caldo senza aria condizionata; figli di parenti anziani e non autosufficienti costretti a ricorrere al numero unico delle emergenze. "Ho chiamato l'ambulanza per mia madre – afferma una cittadina che vive nel quartiere di San Cristoforo, nel pieno centro di Catania – Soffre di trombosi, dopo ore senza nemmeno il ventilatore le si erano gonfiate le gambe in modo incredibile".
E-Distribuzione, la società che si occupa della fornitura di energia elettrica, ha fatto arrivare sei power station e altre quattro dovrebbero essere in Sicilia in giornata, oltre a gruppi elettrogeni e a centinaia di uomini per eseguire le riparazioni in tempo reale.
"La situazione non si può risolvere"
"Io vivo a Mascalucia, in provincia di Catania – spiega Milena Palermo, una cittadina che ha accettato di raccontare quello che è successo in casa sua con nome e cognome – Abito con due genitori di 93 e 97 anni, entrambi con varie patologie ed entrambi invalidi al cento per cento. Mio padre è immobilizzato a letto.
Sta su un materasso particolare, perché è molto magro e molto fragile, che serve a evitare le piaghe da decubito. Senza energia elettrica, il materasso si è sgonfiato e mio padre ha iniziato a soffrire. Ho chiamato più volte il 112 e il 115, ma senza successo. Poi avevo il cellulare scarico, ho avuto paura di restare isolata e di non potere fare niente per aiutare i miei". Poi la luce è tornata, "dopo oltre cinque ore di blackout assoluto – conclude – Ho paura che possa succedere anche oggi, sono terrorizzata".
"Enel può solo tamponare – aggiunge Alessandro Porto, l'assessore alla Protezione civile di Catania – Io sono continuamente in contatto con i responsabili siciliani. Sperano che l'abbassarsi delle temperature, previsto per i prossimi giorni, migliori la situazione. Purtroppo i tecnici possono solo mettere delle pezze, ma non si può risolvere il problema in un momento così drammatico. A cui vanno aggiunti anche gli incendi, che oltre a Palermo hanno cominciato a colpire anche la provincia di Catania. Siamo aggrediti su tutti i fronti".