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“Bisogna fare i conti con la morte, non esorcizzarla”: l’omelia del Papa per la messa del Mercoledì delle Ceneri

Papa Francesco nell’omelia per il Mercoledì delle Ceneri, che si celebra oggi, mercoledì 5 marzo, ha fatto una riflessione sulla fragilità della vita e sull’inevitabilità della morte, “una realtà con la quale dobbiamo fare i conti”. Il Pontefice manda questo messaggio dalla sua stanza del Policlinico Gemelli dove si trova al suo 20esimo giorno di ricovero per una polmonite bilaterale.
A cura di Eleonora Panseri
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La morte è "una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita". Lo ha scritto Papa Francesco nell'omelia per il Mercoledì delle Ceneri, che si celebra oggi, mercoledì 5 marzo, letta dal cardinale Angelo De Donatis nel corso della funzione alla Basilica di Santa Sabina.

Quelle ceneri che, prosegue ancora il Pontefice, richiamano la "fragilità nell’esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie".

Bergoglio, al suo 20esimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale, evidenzia come "questa condizione di fragilità ci richiama il dramma della morte, che nelle nostre società dell’apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi".

Le ceneri "ci aiutano a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo. E sono tanti i momenti in cui, guardando la nostra vita personale o la realtà che ci circonda, ci accorgiamo che è solo un soffio ogni uomo che vive", ha scritto ancora il Papa.

"Le sacre ceneri, questa sera, verranno sparse sul nostro capo. Ci ricordano che siamo polvere, ma ci incamminano verso la speranza a cui siamo chiamati, perché Gesù è disceso nella polvere della terra e, con la sua Risurrezione, ci trascina con sé nel cuore del Padre".

Nella chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino si è tenuto un momento di preghiera, cui ha fatto seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, con la partecipazione di cardinali, arcivescovi, vescovi, monaci benedettini di Sant'Anselmo, padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Nella Basilica è poi seguita la Messa con il rito di benedizione e imposizione delle ceneri.

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