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Bimbo non vuole vedere il padre violento. Il tribunale glielo impone

Il padre, un uomo che ha un passato di denunce per maltrattamenti e violenze verso l’ex moglie, è sparito per quattro anni dalla vita del figlio. Poi è tornato, e il tribunale ha stabilito che il bambino, 9 anni, deve incontrarlo.
A cura di S. P.
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Per quattro anni il padre non ha fatto parte della vita del figlio, per lui non ha mai pagato un euro, ma ora ha deciso di tornare a frequentarlo. E un tribunale da un anno e mezzo costringe il bambino a vederlo ogni settimana. Anche se il bambino, che ha 9 anni, non vuole farlo. A raccontare questa storia che arriva dalla periferia di Firenze è il Corriere fiorentino. L’uomo ha alle spalle diverse denunce per maltrattamenti e violenze verso l’ex moglie, la madre di suo figlio. L’ultima condanna risale a qualche mese fa in Corte d’Appello: sei mesi per averle rotto due costole e un risarcimento che non è stato mai pagato. Ed è proprio per questo che il figlio rifiuta di dover stare col padre. Fabio, il nome è di fantasia, non vuole infatti incontrare quel padre che ha sempre picchiato sua mamma. Ma, appunto, per via una decisione del tribunale deve farlo ogni settimana per due ore sotto lo sguardo dell’assistente sociale. Come ricostruisce il Corriere, il copione si ripete identico ogni sabato: il bambino che scappa, la madre che cerca di convincerlo a restare, il padre che resta immobile al cancello.

“Ogni volta è una violenza insopportabile — ha raccontato la mamma Cinzia — è successo anche che l’abbiano trascinato dentro di peso, contro la sua volontà”. Secondo lo psicologo che segue il bambino i rapporti padre-figlio sarebbero influenzati dalla madre, come se il bambino avesse paura di darle un dispiacere. L’avvocato Ignazio Virgilio, che assiste la donna, ha presentato un ricorso al tribunale per spiegare che il bambino è traumatizzato dagli incontri. Cinzia e il piccolo Fabio vivono con una pensione di invalidità in una casa popolare della periferia di Firenze. L’ex marito, dopo la separazione, non ha quasi pagato mai gli alimenti stabiliti dal giudice. Oggi l’uomo risulta nullatenente e per l’anagrafe è irreperibile. “Vivo nel terrore di quell’uomo — ha raccontato Cinzia — Ogni volta che mi vede minaccia di uccidermi, di tagliarmi la gola o di portarmi via l’unica ragione della mia vita, mio figlio”.

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