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Bimbo morto in un pozzo in Sicilia, chiuse le indagini: dieci persone indagate per omicidio colposo

Chiuse le indagini sulla morte del bimbo di 10 anni deceduto il 27 giugno 2024 dopo essere caduto in un pozzo in contrada Falabia, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. L’avviso di conclusione delle indagini per omicidio colposo è stato emesso dalla Procura e inoltrato alle dieci persone iscritte nel registro.
A cura di Eleonora Panseri
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Chiuse le indagini sulla morte del bimbo di 10 anni deceduto dopo essere caduto in un pozzo ricavato nella proprietà di una cooperativa in contrada Falabia, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. L'avviso di conclusione delle indagini per omicidio colposo è stato emesso dalla Procura e inoltrato ai rispettivi indagati.

La tragica morte del bambino era avvenuta il 27 giugno 2024 durante un campo estivo a cui stavano partecipando diversi bambini. Secondo quanto è stato ricostruito dai magistrati della Procura di Siracusa e dai Carabinieri in questi lunghi mesi di indagini, il piccolo sarebbe salito in cima alla copertura del pozzo dove poi sarebbe caduto.

Subito erano stati allertati i soccorritori ma i tentativi di salvare la vita al piccolo si erano rivelati inutili. Stando a quanto emerso dall'autopsia, il bambino era morto per annegamento.

Durante l'esame autoptico, infatti, non erano state riscontrate lesioni gravi, né alla testa né sul resto del corpo. Il pozzo, profondo circa 15 metri, era per metà coperto d'acqua: l'ipotesi è che il bimbo non sia riuscito a rimanere a galla.

Le indagini sono state coordinate dalla Procuratrice capo Sabrina Gambino e dirette dal Sostituto procuratore Davide Viscardi.

Tra gli indagati, per cui è stata ipotizzata anche l'aggravante di aver agito nonostante la previsione dell'evento, c'è il presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante della società cooperativa sociale La Contea Falabia, che avrebbe omesso di "adottare misure volte a segnalare e mettere in sicurezza il pozzo privo dei requisiti di sicurezza e non conforme alle normative vigenti".

La stessa accusa è rivolta anche al proprietario del fondo. Gli avvisi sono stati notificati inoltra a cinque educatrici, dipendenti della fondazione Anffass di Palazzolo e tre operatrici del servizio civile alle quali era stata affidata la custodia dei minori iscritti al grest che "consapevoli e a conoscenza dell'esistenza di fonti di pericolo per i minori nel fondo in cui il grest si svolgeva, fra cui la presenza del pozzo, non vigilavano sugli stessi e nello specifico sul bambino".

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