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Bimbo morto in piscina, autopsia conferma l’annegamento. Lacrime ai funerali di Richard

L’autopsia sul corpo di Richard Mulas, il bambino morto nella piscina di un residence di Orosei in Sardegna, ha confermato la morte per annegamento. Il medico ha però chiesto tempo per appurare se le ferite riportate nella mano e nel braccio siano riconducibili alla stretta del bocchettone di scarico in fondo alla piscina che ha intrappolato il bimbo. Celebrati i funerali a Irgoli.
A cura di Susanna Picone
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L’autopsia effettuata dal medico legale Vindice Mingioni sul corpo del piccolo Richard Mulas, il bambino di 7 anni morto domenica scorsa nella piscina di un residence di Orosei in Sardegna, ha confermato la morte per annegamento. Il professionista ha però chiesto 90 giorni di tempo per appurare con precisione se le ferite riportate nella mano e nel braccio del bambino, così come emerso da un primo esame esterno sul corpo, siano riconducibili alla stretta del bocchettone di scarico in fondo alla piscina che ha intrappolato Richard. La struttura non è dotata di un impianto di videosorveglianza, per questo sono determinanti le testimonianze raccolte in questi giorni di tutte le persone intervenute per soccorrere il piccolo. L'ipotesi più probabile è che Richard stesse giocando quando avrebbe deciso di tuffarsi per recuperare un giocattolo, forse una palla, finita in acqua. Chi lo ha soccorso ha detto di averlo trovato sul fondo con la mano infilata nel bocchettone di scarico, da alcuni giorni privo della rete di protezione come ammesso dal gestore, e di aver faticato per liberarlo. Da qui i segni sul braccio riscontrati subito dopo la morte. Per la sua morte ci sono quattro indagati, i suoi genitori e i due gestori dell’impianto condiviso tra i residence Gli Ulivi e il Rifugio.

Lacrime e palloncini a Irgoli al funerale di Richard Mulas – A Irgoli è stato celebrato intanto il funerale del bambino. Tutto il paese si è riversato nella chiesa parrocchiale di San Nicola per dire addio al piccolo scomparso troppo presto per una tragica fatalità. Il coro di Sos Frades di Santa Croce ha accolto l'ingresso della piccola bara coperta di rose bianche nella navata centrale della chiesa. Dietro il feretro la madre ecuadoregna di Richard, il padre e la sorella diciassettenne Manuela, che ha poi dall’altare ha ringraziato tutti quelli che sono stati vicini alla famiglia. “È difficile accettare la morte di Richard, un bambino solare ricco di bontà e felice di vivere – ha detto nell'omelia il parroco don Angelo Cosseddu – difficile non vederlo più correre, giocare a basket, sguazzare libero nell'acqua che amava tanto, proprio quell'acqua che lo ha tradito e che è stata la sua tomba. Abbiamo una famiglia e un comunità sconvolta, ora abbiamo bisogno di silenzio per piangere e riflettere”. Il parroco ha aggiunto che Richard non era battezzato e che la famiglia aveva deciso di fargli ricevere il sacramento a dicembre: “Aveva già scelto il padrino e la madrina, ma il signore ha voluto cogliere a sé il fiore più bello”. Toccante, dopo l’omelia, il saluto degli amichetti del bambino, che insieme a lui avrebbero dovuto iniziare tra qualche giorno la terza elementare: “Adesso avrai altri compagni con cui giocare e fare incontri, ma resterai per sempre fra di noi”; “Non riusciamo a capire Gesù perché hai voluto proprio Richard. Da oggi abbiamo un amico speciale in cielo che possiamo chiamare per pregare per noi”, le parole dei bambini.

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