Bimbo morto a Taormina, Vella (Fimp) a Fanpage.it: “Batteri esistono, spesso antibiotici usati male”
"Sono cose che purtroppo possono accadere". Giuseppe Vella, segretario provinciale di Trapani e regionale in Sicilia della Fimp, la Federazione Italiana Medici Pediatri, commenta così la tragedia di Domenico Bandieramonte, il bambino di 4 anni ricoverato all'ospedale San Vincenzo di Taormina e deceduto nella notte fra mercoledì 13 e giovedì 14 luglio.
Aveva lottato per giorni ma non ce l'ha fatta: secondo i familiari, Domenico avrebbe contratto un batterio ospedaliero che ha presto raggiunto gli organi vitali come cuore e reni. La madre, Ambra Cucina, in un video sui social aveva raccontato di averlo portato in ospedale, a Catania, a causa di un virus intestinale, "così come accade a tanti bambini".
Poi, però, la situazione sarebbe precipitata dopo che gli è stato messo un sondino e Domenico avrebbe contratto una infezione da entereococco. Da Catania è stato quindi trasferito prima all'ospedale di Messina e poi a quello di Taormina, dove, stando sempre al racconto della madre, originaria di Lampedusa, i medici sono riusciti a salvare tutti gli organi del piccolo, diagnosticandogli però un edema cerebrale che aveva ridotto al minimo ogni speranza.
La Procura di Messina ha aperto un'inchiesta per far luce sulla disgrazia, ma cosa può essere successo? Se di batterio si è trattato, come può averlo contratto in ospedale il piccolo Domenico? "Prima di tutto bisogna ovviamente accertare che le cose siano andate proprio in questo modo e aspettare che l'esame autoptico ci dica quali sonno state le cause del decesso", chiarisce Vella.
"Questi batteri però non sono una novità e queste infezioni, purtroppo, sono sempre successe. Possono arrivare casi con diverse malattie che intervengono e delle quali ci accorgiamo solo in base alla risposta del sistema immunitario, che cambia da individuo a individuo. Ad esempio, perché ad un bambino, o ad un adulto, di colpo, tutto assieme, gli viene una meningite fulminante? Dove l'ha presa?"
Trovare una risposta è quindi impossibile?
"Ci sono dei soggetti asintomatici portatori di meningococco che ad esempio non sanno di avere il batterio: il motivo per cui un soggetto si contagia e sviluppa la meningite fulminante che porta a morte, ad oggi, purtroppo, ancora non lo sappiamo. Ma i pazienti girano e con loro i batteri. Basti pensare al covid, prima nessuno lo conosceva. Esistono di fatto infezioni che normalmente circolano e che in un soggetto particolare possono portare a complicanze, ma come può essere avvenuto il contagio non lo possiamo sapere".
Qui si parla di enterococco.
"Entero perché in genere è un germe che provoca delle infezioni intestinali".
Può capitare di contrarlo all'interno di un ospedale?
"Lo si può prendere in qualsiasi posto. E noi non possiamo saperlo prima. È vero, in ospedale, dove ci sono i casi più gravi, possiamo riscontrare dei batteri resistenti agli antibiotici. Quindi, dico: meno si va in ospedale, meglio è. Perché per l'utilizzo ad esempio non corretto degli antibiotici, si stanno sviluppando molti batteri resistenti a vari tipi di antibiotici. Alcuni dicono perché se ne utilizzano troppi, io dico che forse si utilizzano male. Se una mamma ha paura, inizia a usare l'antibiotico e dopo due giorni lo interrompe, i germi più sensibili muoiono, ma altri resistono. E per questo, a lungo andare, quell'antibiotico non funziona più. Si tratta però di un discorso che vale per tutti, non solo per un genitore.
Quindi sono cose che possono succedere dovunque e in qualsiasi momento?
"Casi del genere succedono in tutto il mondo, non solo in Sicilia. Anzi, forse abbiamo molte carenze, ma qui la pediatria di famiglia c'è e lavora tantissimo, anche nel fine settimana o con i sostituti, se qualcuno è via. Durante la pandemia, per dire, i nostri studi sono rimasti sempre aperti. Chiaramente capisco che se succede qualcosa in qualunque momento, viene un po' di ansia e si cerca immediatamente un medico: magari nei comuni più grandi si è abituati ad andare subito in ospedale, ma nei piccoli e medi chi garantisce l'assistenza? Il pediatra di famiglia e il medico di medicina generale. Noi facciamo tante cose, non mandiamo tutti subito dagli specialisti".