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Bimbo di 3 anni forse sarà separato dalla madre, la comunità si ribella

La comunità di San Patrignano, dove attualmente risiedono madre e figlio, si oppone alla decisione del giudice del Tribunale dei Minori di Firenze di separare i due.
A cura di Daniela Caruso
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Mamma e figlio vivevano nella comunità di San Patrignano, una delle più grandi d'Europa e speravano di condurre una vita migliore, dopo i problemi di droga avuti dalla donna in passato. Il Tribunale di Firenze, però, che aveva permesso di far ritrovare madre e piccolo insieme ora li vuole dividere. Lo scorso 16 novembre, infatti, era stato dato mandato ai servizi sociali di "collocare entrambi presso idonea struttura, ritenendo che vi possa essere per la madre la possibilità di stare con il figlio".

Tanir uscirà da San Patrignano e ritornerà nella casa protetta in cui era stato ospitato in precedenza: questa la decisione del giudice, che comporterà sicuramente l'adozione del bambino e il conseguente distacco dal genitore. San Patrignano, però, non accetta questa decisione ed è ha già espresso il proprio dissenso: "È una scelta inspiegabile, il piccolo sta vivendo con serenità il rapporto affettivo con la madre. Un repentino distacco rappresenterebbe un ulteriore trauma: ci opporremo con tutti i mezzi consentiti dalla legge", questo quanto affermato Maria Cannizzaro e Rosario Lupo che hanno scritto direttamente al Presidente del Tribunale dei Minori di Firenze.

I servizi sociali hanno provato a prelevare Tanir ma la comunità ha trattenuto il bambino con un certificato medico. La soluzione, ovviamente, è temporanea e durerà solamente qualche giorno. Tale azione mira ad ammorbidire la decisione del giudice. Il Tribunale contesta la scelta di San Patrignano sia sotto il profilo formale che sostanziale. Secondo Daniele Giovanni Poggioli, neuropsichiatra infantile ha dichiarato che la madre, nonostante abbia voluto problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti, possa essere una "risorsa potenzialmente ripatrice" nei confronti del bambini che, in passato, ha subito il trauma della morte della sorellina. Secondo il medico, "La bimba era un importante punto di riferimento affettivo per il fratello, avendo condiviso con lui l'allontanamento da casa: la sua perdita è stata fortemente destabilizzante per il bimbo che ora sta rielaborando il lutto". 

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