Bimbi con due mamme, al via processo a Padova: “Dopo Natale potrebbero rimanere ‘orfani’ di un genitore”
Si apre oggi, martedì 14 novembre, a Padova il processo contro 33 coppie di madri che si sono viste impugnare dalla Procura gli atti di nascita dei loro bambini e bambine, trascritti dal sindaco Sergio Giordani a partire dal 2017.
"È la prima volta che accade una cosa del genere, ovvero che una procuratrice va a cercare dei bimbi e delle bimbe, anche di 6 anni, uno per uno, fondamentalmente per togliere loro un genitore". A dirlo è l'avvocato Michele Giarratano, il legale che difende 15 delle 33 coppie che da mesi si stanno battendo per veder riconosciuti i diritti dei propri figli, intervistato da Fanpage.it.
La questione è iniziata nel gennaio scorso, quando è stata diffusa una circolare dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che imponeva lo stop alla trascrizione degli atti di nascita di figli nati da coppie omogenitoriali. "Questa è stata interpretata da alcune Prefetture e Procure in senso molto stringente. Ce ne sono state alcune, come quella di Milano, che hanno impugnato gli ultimi atti di nascita, da gennaio in poi, senza andare a risalire a tutti i bambini che erano stati registrati; altri invece, come la procuratrice di Padova, hanno fatto la famosa operazione con le liste di brutta memoria".
La Procura di Padova ha giustificato il suo operato sostenendo che la "seconda mamma" non esiste nel diritto italiano, così come la possibilità per la donna di assegnare al figlio biologico il cognome della compagna.
"Oggi ci sono le prime udienze e queste continueranno tutti i martedì fino a Natale. Noi abbiamo ampiamente spiegato perché gli atti di nascita devono rimanere tali, sia in diritto, visto che proprio la lettura dell'ordinamento consente di mantenerli, sia per il tema del preminente interesse del minore – aggiunge il legale – Tanto più se parliamo di minori di 5/6, sarebbe incredibile se lo Stato decidesse improvvisamente di renderli ‘orfani' di uno dei due genitori".
L'avvocato Giarratano ha anche sottolineato come ci sia "grande preoccupazione" tra le famiglie che si sono affidate a lui, "perché in questo senso la giurisprudenza è molto altalenante. "Le famiglie temono che il processo abbia esito negativo, è una possibilità concreta. Oggi non avremo la risposta e immagino che, visto che le udienze dovrebbero chiudersi alla fine dell'anno, l'esito potrebbe arrivare dopo le feste. Ci tengo a dire questo, che sembra una sciocchezza, una cosa detta per i media, ma ci sono veramente bambini e delle bambine che potrebbero passare l'ultimo Natale con entrambi i genitori come tutori legali", precisa Giarratano.
E in alcuni casi potrebbero rimanere anche senza fratelli o parenti del genitore non riconosciuto dallo Stato. "In una coppia che seguo, per esempio, entrambe le mamme hanno partorito: se il processo avesse esito negativo, fratello e sorella rischierebbero di non esserlo più, con tutto quello che ne consegue. Se il genitore legale dovesse morire o se la coppia dovesse separarsi con una separazione conflittuale, per esempio, l'altro non avrebbe alcun modo di essere genitore del proprio figlio, nemmeno la possibilità dell'adozione successiva".
Sul tema, come spiega l'avvocato, "ci sono diverse sentenze di Cassazione negative, ma nonostante questo alcuni tribunali hanno continuato a esprimere il concetto per cui l'interpretazione che abbiamo dato noi per la legge è corretto, di recente Milano e Brescia. È una questione molto controversa ed è ovvio che per risolverla e per tutelare i bambini e le bambine bisognerebbe fare una legge organica così come la Corte costituzionale aveva già detto nel 2021 con le sentenze 32 e 33″. Una legge che ancora manca da troppo tempo.