Bimbi con due mamme, a Padova impugnato l’atto di nascita di due gemelle di 3 mesi: “Non ci arrenderemo”
“Lunedì pomeriggio è arrivata la lettera d'impugnazione dell'atto di nascita e l’udienza fissata per il 23 gennaio in coda a tutte le altre”. A parlare è Sara Quinto, moglie di Elisa Barbugian e madre di due bimbi, e di due gemelline. “Siamo la famiglia più impugnata di sempre, anche questa volta c’è rabbia e dolore per l’impugnazione degli atti di nascita delle gemelle".
“Un’impugnazione amara arrivata con molto ritardo a inizio di questa settimana e come puoi ben immaginare, il nostro avvocato (Michele Giarratano, ndr) ha ben pochi giorni per preparare le memorie difensive in quanto, il termine massimo per la loro presentazione, è entro il venti gennaio”.
Sara Quinto e sua moglie fanno parte delle famiglie omogenitoriali che hanno visto impugnare gli atti di nascita dei loro bimbi dalla Procura di di Padova. Dopo aver ricevuto anche loro la notifica, arrivata a diverse coppie, questa famiglia racconta la sensazione che vive in queste ore: “Diciamo pure che a Padova siamo sempre stati una famiglia attenzionata e col tempo, abbiamo nutrito l'impressione di essere all’interno di un mirino vero e proprio, cioè ci hanno puntato in tutti e modi e stanno cercando di metterci il bastone tra le ruote”.
Poi scende nello specifico: “Abbiamo, credo, il primato di essere la famiglia più impugnata a Padova perché abbiamo tre figli su quattro attualmente impugnati, ma soltanto perché il primogenito non è stato registrato nel comune di Padova con entrambe le mamme, perché nato a marzo 2016, quando ancora il comune non aveva iniziato a fare le registrazioni".
Sara Quinto ed Elisa Barbugian sono felicemente mamme di due bambini e di due gemelline: “Per darti il quadro completo, la nostra famiglia è composta da un bimbo di sette anni, uno di quattro e le due piccoline che hanno appena tre mesi. "Le raccomandante recanti l’impugnazione le ho ritirate io stessa questo lunedì pomeriggio e devo dire, spiega Sara Quinto, “che sono state una doccia fredda, siamo molto avvilite, ma ovviamente non abbiamo intenzione di arrenderci perché siamo mamme e continueremo a combattere per i diritti dei nostri figli”.
L’intera vicenda, spiega, "alla lunga ci sta stressando, sicuramente ci sta indebolendo. La tensione in casa si sente. È chiaro ai bambini che lo Stato, in qualche modo, vuole togliere almeno sulla carta una delle due mamme alla famiglia. Ma non ci arrenderemo”.