Bimba precipitata dal balcone a Torino: il patrigno accusato di omicidio colposo
Azhar Mohssine, il 32enne fermato dalla polizia a Torino per la morte della piccola Fatima, la bimba di tre anni che giovedì sera è precipitata da un palazzo nel centro di Torino, resta in carcere. A stabilirlo è stato il gip Agostino Pasquariello, che ha tuttavia ridimensionato l'accusa nei suoi confronti: non omicidio volontario con dolo eventuale, come ipotizzato al momento del fermo, bensì omicidio colposo. È stata quindi accolta in parte la richiesta della difesa, sostenuta dall'avvocato Alessandro Sena, dopo che ieri l'uomo ha confessato che la bimba è caduta durante un tragico gioco.
L'uomo, fidanzato di Lucia Chinelli, la madre di Fatima, ieri ha reso delle dichiarazioni spontanee tramite le quali ha raccontato quanto accaduto giovedì sera nell'appartamento di via Milano, a Torino: "Stavo giocando con Fatima sul ballatoio. La lanciavo in aria. Lei rideva e salutava mamma che ci stava guardando dal balcone. Mi è scivolata dalle mani. Non so come sia successo", ha dichiarato l'uomo ammettendo le sue responsabilità ma negando fortemente la volontarietà del suo gesti. La tragedia, quindi, sarebbe stata la conseguenza di un gioco finito male, secondo quanto raccontato da Azhar. "L’ho presa in braccio e abbiamo cominciato a giocare. Le dicevo ‘saluta la mamma’. All’improvviso mi è scivolata dalle mani e l’ho vista precipitare. Sono corso giù, ma respirava a malapena", ha continuato il 32enne. A soccorrere la piccola è stata una donna che in quello stabile vive e lavora e che ha raccontato gli attimi precedenti al tonfo udito mentre chiudeva il panificio. "È stata colpa mia. Quella bambina era la mia famiglia. Le volevo bene e quel gioco le piaceva tanto – ha ammesso il 32enne – adesso non mi do pace, ma non potevo immaginare quello che poi è accaduto". Le dichiarazioni di Azhar Mohssine sono state ritenute credibili dal giudice, che ha quindi rimodulato il capo d'accusa in omicidio colposo.