Bimba morta soffocata dopo aver ingoiato un tappo, la mamma: “Ha lottato ma è stato perso troppo tempo”
"Ha lottato, è stata veramente una leonessa. Alla mattina dopo un'ora di massaggio cardiaco il cuore era ripartito. Lei voleva restare con noi". A parlare è Emili, la mamma della bimba veneta di un anno e mezzo morta soffocata nei giorni scorsi dopo aver ingerito accidentalmente un tappo di plastica nel bagno di casa. Il decesso della piccola si è verificato sabato in Azienda Ospedaliera a Padova e l'Usl 3 al momento sta svolgendo le verifiche su quanto accaduto e sulla velocità di intervento.
In una lunga intervista al Corriere della Sera, la donna ha ricordato gli attimi immediatamente precedenti la tragedia consumatasi nella casa della famiglia a Lido (Venezia) venerdì mattina. "Io e mia figlia eravamo in bagno perché dovevo lavarle i denti. Lei ha trovato un prodotto sigillato ancora nella plastica, con i dentini è riuscita a rompere la confezione e il tappo si è sfilato". La mamma e il papà hanno immediatamente effettuato le manovre di disostruzione delle vie respiratorie, che però non hanno purtroppo avuto successo.
A quel punto Emili e il marito hanno portato la bambina all'ospedale Monoblocco del Lido di Venezia. "Siamo arrivati alle 7.10 di venerdì mattina e l'elicottero dei soccorsi, per portare via Elettra, è atterrato alle 7.30, volando da Treviso con a bordo i paramedici. Purtroppo il mezzo ha avuto un problema e da Padova sono partiti con un secondo elicottero e così è stato perso molto e troppo tempo prezioso".
A Padova la piccola è arrivata alle 12, dove è stata attaccata alla macchina cuore-polmoni, chiamata Ecmo. "La bambina è rimasta troppo tempo senza ossigeno. Il tappo che aveva ingoiato l'hanno tolto a Padova con una pinza. La nostra domanda è perché non l'hanno tolto subito al Lido e si è atteso così tanto? Io ho più volte implorato i medici che facessero qualcosa per estrarre il tappo. Mi hanno risposto che al Lido non c'è l'apparecchio per vedere dov'era l'ostruzione", ha detto la mamma.
Durante la notte in ospedale, la bambina ha "lottato come una leonessa", ha detto la donna. Ma sabato mattina "quando è stato chiaro per i medici di Padova che la macchina non riusciva più a tenerla in vita, hanno staccato la spina e ce l'hanno restituita". La piccola si sarebbe potuta salvare? Secondo Emili è stato perso tempo prezioso: "Sono stati bravi i paramedici del Lido, perché per un'ora e mezza le hanno praticato le manovre salvavita senza arrendersi. Se ci fosse stato il macchinario per vedere dov'era l'ostruzione forse avrebbero potuto salvarla".