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Bimba morta per diagnosi sbagliata, la mamma dopo il risarcimento ridotto: “Vogliono demolirmi”

Barbara Speranza, la mamma della bimba di 4 anni, morta nell’ottobre del 2020 per una diagnosi sbagliata all’ospedale Sant’Orsola di Bologna: “Il risarcimento ridotto chiesto dal Policlinico perché ho avuto un altro figlio? Mi hanno strappato via mia figlia e ora dovrei anche giustificarmi per la nascita di mio figlio. Con questo vogliono demolirmi psicologicamente”.
A cura di Ida Artiaco
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"Nessuno deve permettersi di giudicare né misurare il dolore di una madre che ha perso un figlio. Io e mia figlia eravamo una cosa sola, eravamo molto unite, a volte mi sembrava la mia migliore amica e io ora sono una persona completamente amputata".

A parlare è Barbara Speranza, la mamma della bimba di 4 anni, morta nell'ottobre del 2020 per una diagnosi sbagliata all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, la cui storia aveva fatto il giro dei media italiani dopo la richiesta dei legali del policlinico di farle avere un risarcimento ridotto perché, nel frattempo, aveva avuto un altro bambino.

La bimba, infatti, fu curata per una gastroenterite, che si è invece rivelata essere una occlusione intestinale. Tre medici – un pediatra, un radiologo e un chirurgo – sono stati condannati a dicembre 2022 in primo grado per omicidio colposo. Nel procedimento civile, l'ospedale ha chiesto al giudice di ridurre il risarcimento a Barbara perché a un anno dalla tragedia ha avuto un'altra gravidanza.

In una intervista al Corriere della Sera, la donna ha dichiarato: "Mi hanno strappato via mia figlia e ora dovrei anche giustificarmi per la nascita di mio figlio. Ho trovato la forza di mettere al mondo questo bambino, ma con questo vogliono demolirmi psicologicamente". E poi ancora: "Voglio che il mio bambino cresca sereno e felice, ma io ora vivo esclusivamente per lui. Non ho più nessun desiderio per me, e rispetto alla vita mi sento una mera spettatrice. Quanto all'avere avuto un altro figlio, si tratta di una reazione che definirei automatica".

Sempre il quotidiano di via Solferino ha sottolineato come il policlinico preferisca non rilasciare dichiarazioni. "Secondo loro io starei bene perché dopo ho avuto un altro bambino, quindi il mio dolore e il mio risarcimento deve essere contenuto", ha aggiunto ancora Barbara che ha concluso: "L'unico contatto che ho avuto con il Sant’Orsola poche ore dopo la tragedia è stato con il primario del pronto soccorso pediatrico: mi ha chiamato esprimendo il suo dispiacere, promettendomi che avrebbe contribuito a fare giustizia affinché i responsabili venissero individuati e sanzionati. Tutto ciò in realtà non è mai accaduto. Dopo il mio rifiuto di lasciar fare all’ospedale, l'unica cosa che hanno saputo fare è stata accordarsi per ricostruire i fatti in maniera distorta, tanto che a settembre inizierà il procedimento bis per i favoreggiamenti".

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