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Bimba morta in culla, indagati i genitori: “Conseguenza di maltrattamenti”

L’accusa nei loro confronti è di morte come conseguenza di maltrattamenti visto che la piccola, morta il 2 novembre a Genova, era fortemente sottopeso e viveva in condizioni igienico sanitarie pessime.
A cura di S. P.
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Il pubblico ministero Pier Carlo Di Gennaro ha indagato i genitori della bambina di otto mesi morta lo scorso due novembre nella sua casa al Cep, sulle alture di Genova. L'accusa nei confronti della mamma e del papà della piccola è di morte come conseguenza di maltrattamenti. È emerso infatti che la bambina era fortemente sottopeso (pesava a otto mesi appena cinque chili e 200 grammi) e viveva in condizioni igienico sanitarie pessime. Gli inquirenti stanno ora vagliando anche la posizione dei servizi sociali che seguivano la famiglia ma che, secondo le prime informazioni, non avrebbero segnalato le condizioni della piccola. La bambina, inoltre, soffriva di ittero dalla nascita e non sarebbe stata curata per questa patologia. I genitori – che oltre a lei hanno anche altri cinque figli – non l’avrebbero neppure portata dalla pediatra per seguire il corretto sviluppo.

I genitori avevano puntato il dito contro i medici intervenuti in ritardo – Subito dopo il decesso della piccola la mamma e il papà avevano puntato il dito contro i medici del 118 che non sarebbero intervenuti tempestivamente ma solo dopo diverse chiamate e sollecitazioni. “Alle 23 abbiamo telefonato il 118”, aveva spiegato la mamma, ma il personale medico è arrivato “dopo mezz'ora”, aveva aggiunto il padre. La centrale operativa del 118 ha spiegato che l'ambulanza è giunta in 10/15 minuti, ma che il medico di turno sull'automedica ha impiegato quasi 20 minuti perché l'automedica più vicina in partenza dall'ospedale di Voltri era impegnata in un soccorso in codice rosso. Per questo è stata allertata l'automedica dell'ospedale di Sampierdarena e la corsa in codice rosso è durata circa 15-20 minuti.

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