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Bimba colpita da proiettile mentre gioca al parco: “Pallino di piombo si è conficcato in testa”

L’episodio a Livorno mentre la bimba era insieme ad altri minori e alla famiglia in un parco giochi pubblico. Tutti pensavano a un pallino di plastica ma dalla Tac è emerso un particolare agghiacciante: nel cuoio capelluto le si era conficcato un pallino di metallo.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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“Ora vogliamo sapere chi ha sparato colpendo nostra figlia” sono sconvolti ma anche determinati i genitori di una bambina livornese di 11 anni colpita da un pallino metallico vagante sparato da una pistola da soft air mentre semplicemente giocava al parco giochi vicino casa nei pressi del quartiere Corea a Livorno. L’episodio risale a sabato scorso mentre la bimba era insieme ad altri minori e alla famiglia in un parco giochi pubblico.

Erano circa le 22 quando la bimba ha accusato un dolore dietro la testa mentre giocava ed è stata portata subito in ospedale. I presenti, tra cui i parenti della minore, hanno detto di aver visto un uomo che sparava con una pistola ad aria proprio in direzione del parco. La polizia, accorsa poco dopo sul posto, ha identificato un pensionato residente in zona, che è stato portato in questura insieme alla moglie ma rilasciato la stessa sera senza alcuna denuncia perché si è dichiarato estraneo ai fatti e contro di lui non sono emerse prove.

Nel frattempo, portata in ospedale con un’ambulanza, la piccola era stata dimessa con tre giorni di prognosi. Tutti pensavano a un pallino di plastica ma, come racconta il Tirreno, la bambina ha continuato ad accusare mal di testa e, dopo una Tac in ospedale, è emerso un particolare agghiacciante: nel cuoio capelluto le si era conficcato un pallino di metallo.

Un piccolo pezzo di piombo di appena qualche millimetro ma che avrebbe potuto avere effetti molti più gravi. La bimba infatti fortunatamente è stata dimessa senza grosse conseguenze e con una prognosi di sette giorni. Ora i genitori però chiedono di fare piena luce su chi abbia sparato.

La squadra mobile di Livorno ha aperto un’indagine e saranno riascoltati diversi testimoni che erano presenti al fatto tra cui molti parenti della bambina. Nei concitati momenti dell’intervento di sabato scorso, infatti, non si è potuto sentire tutti anche perché molti avevano iniziato a lanciare sassi verso lo stabile indicato come origine dello sparo e a inveire anche contro gli agenti. Resta da chiarire anche la posizione dell’uomo indicato in un primo momento che aveva in casa un’arma vera ma non in possesso di un'arma “soft air” e si è dichiarato completamente estraneo ai fatti.

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