Bimba annegata nel Lago di Revine, chi era Mariia: arrivata dall’Ucraina per sfuggire alla guerra
Si chiamava Mariia Markovetska la bimba tra i 6 e gli 8 anni morta annegata ieri nel Lago Rivine, nel Trevigiano. La sua è una tragedia che nasce da un dramma ancora più grande.
La piccola era di nazionalità ucraina, ed era arrivata solo a marzo in Italia dopo essere sfuggita dalla guerra della Russia contro Kiev lo scorso marzo. È stata ospite, come riferisce la stampa locale, del collegio San Giuseppe di Vittorio Veneto (Treviso).
Apparteneva ad un gruppo parrocchiale che si trovava in escursione sul Lago di Revine quando si è verificato l'incidente, le cui cause sono ancora in via di accertamento. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, pare che la piccola si fosse recata da sola nelle acque del lago per fare una nuotata, seppur fosse in compagnia di alcuni coetanei.
Ad individuare il corpo, durante le ricerche, sarebbe stata una coppia di turisti belgi che, passeggiando a piedi nudi nell’acqua bassa della riva, avrebbe urtato con il piede il corpo adagiato sul fondo.
A recuperare la bambina ed a praticare i primi tentativi di rianimazione è stato un vigile del fuoco di 42 anni fuori servizio che si trovava nei paraggi. L'uomo ha cercato subito di rianimare la piccola con il messaggio cardiaco dopo aver chiamato i soccorsi. I sanitari del Suem 118, arrivati con l’elisoccorso, hanno provato per quasi un'ora a rianimarla, ma ogni tentativo si è rivelato vano.
"Io ho fatto una passeggiata qui in riva al lago e ho notato una coppia che con il piede stava spostando un corpo", ha raccontato il vigile del fuoco ai microfoni di Antenna Tre Nordest. "L'immagine che ho è un costumino rosso a galla e quando l'ho visto mi sono subito tuffato, l'ho messa in braccio e l'ho portata a riva, provando a rianimarla in continuazione. Siamo stati un quarto d'ora, non so quanto, con tutte le nostre forze".
La salma è stata trasportata all'obitorio di Vittorio Veneto dove probabilmente sarà eseguita l'autopsia.