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“Bidello mi ha baciato e toccato”, a 6 anni abusata dopo che la maestra le ha chiesto le fotocopie

La violenza sulla bambina nella stanza delle fotocopie della scuola, un istituto comprensivo della Piana di Gioia Tauro, nella città metropolitana di Reggio Calabria. Il bidello è stato arrestato e posto ai domiciliari. Il Procuratore di Palmi: “Quello che è grave è che queste cose accadano nelle scuole”.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Prima dei semplici complimenti, poi le carezze e i baci sulle guance, infine la violenza sessuale con i palpeggiamenti nelle parti intime. Così una bambina calabrese di 6 anni sarebbe stata abusata sessualmente da un bidello nella sua scuola, un istituto comprensivo della Piana di Gioia Tauro, nella città metropolitana di Reggio Calabria.

A raccontare gli abusi è stata la stessa piccola una volta tornata a casa dopo la scuola. Le violenze infatti sarebbero avvenute all’interno di una stanza dello stesso istituto, adibita ad ufficio. Secondo quanto ricostruito finora, la piccola alunna sarebbe rimasta da sola con l’uomo nella stanza dopo che la maestra le aveva chiesto di far fare alcune fotocopie a un collaboratore scolastico per una attività in classe.

Una volta da soli nella stanza delle fotocopie, l’uomo avrebbe approfittato del momento baciando e toccando la bimba nelle parti intime. La piccola non avrebbe raccontato subito quanto accaduto, tornando normalmente in classe ma poi si sarebbe confidata con la mamma all’uscita da scuola, facendo scattare l’immediata denuncia.

Proprio l’immediata segnalazione alle forze dell'ordine ha permesso ai carabinieri e alla Procura di Palmi di intervenire tempestivamente con l’arresto del sessantenne che è stato posto ai domiciliari con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Un aspetto sottolineato anche dal procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti. “Ormai si è superata una doppia barriera, quella delle vittime e quella dei genitori, che adesso denunciano apertamente mentre prima, in molti, per paura di essere giudicati o per proteggere i loro figli vittime degli abusi, non lo facevano” ha ricordato all'Ansa il procuratore.

Per la piccola è stato subito attivato il "codice rosso", che ha consentito ai militari dell'Arma di raccogliere la testimonianza della bambina con l’aiuto di una psicologa, nominata d'urgenza dai pm, e di concludere in brevissimo tempo l'attività d'indagine. "Nel caso emerge la professionalità del personale che ha operato e che ha saputo porsi con la giusta determinazione per arrivare a fare collaborare tutti alle indagini, a cominciare dai genitori della bambina vittima delle attenzioni di un bidello" ha detto il Procuratore.

“Quello che è grave è che queste cose accadano nelle scuole. Questo ci induce a ribadire che occorre alzare l'attenzione da parte delle componenti scolastiche e delle famiglie” ha aggiunto Crescenti. Lo stesso ha sottolineato anche il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria: “Ferma restando la presunzione d’innocenza per l’indagato, desta sconcerto che tutto possa essere avvenuto a scuola, laddove i bambini dovrebbero trovare protezione e non violenza. I più recenti dati ci informano che gli abusi sessuali sui minori a scuola sono aumentati. Necessario che gli istituti scolastici innalzino il livello di guardia, programmino incontri con specialisti coinvolgendo tutto il personale scolastico e non sottovalutino eventuali stranezze comportamentali di chicchessia".

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