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Caso Bibbiano, news sull'inchiesta Angeli e Demoni

Bibbiano, per la Cassazione erano infondate le misure restrittive contro il sindaco Carletti

Nel verdetto i giudici hanno rilevato “l’inesistenza di concreti comportamenti” da parte del primo cittadino che possano fare scattare misure restrittive come l’arresto o l’obbligo di dimora. Nel dettaglio, la Cassazione ha ritenuto che non vi erano prove sulla possibilità di inquinamento probatorio così come non vi erano “elementi concreti” che lasciavano ipotizzare la reiterazione dei reati.
A cura di Antonio Palma
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Andrea Carletti (Facebook).
Andrea Carletti (Facebook).
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Le misure di custodia cautelare che erano state emesse nei confronti del sindaco di Bibbiano nell’ambito dell’inchiesta Angeli e Demoni sugli affidi illeciti in Val D’Enza, in provincia di Reggio Emilia, erano infondate e per questo andavano annullate. Sono queste le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione che il tre dicembre scorso ha annullato senza rinvio la misura cautelare nei confronti di Andrea Carletti, Sindaco di Bibbiano. Nel verdetto i giudici della suprema corte rilevano "l'inesistenza di concreti comportamenti" da parte del primo cittadino che possano fare scattare misure restrittive come l’arresto o l’obbligo di dimora. Nel dettaglio, la Cassazione ha ritenuto che, come ammesso anche dai giudici di merito, non vi erano prove sulla possibilità di inquinamento probatorio così come non vi erano "elementi concreti" che lasciavano ipotizzare la reiterazione dei reati.

La Cassazione spiega che l'ordinanza del Riesame di Bologna non si è basata su "una prognosi incentrata sul probabile accadimento di una situazione di paventata compromissione delle esigenze di giustizia". Il Riesame avrebbe "ravvisato una possibile influenza sulle persone vicine all'imputato nell'ambito politico-amministrativo" ma "senza spiegare se vi siano, e come in concreto risultino declinabili, le ragioni dell'ipotizzata interferenza con il regolare svolgimento di attività investigative ormai da tempo avviate".

Il primo cittadino era stato arrestato nello scorso giugno dopo lo scandalo di Bibbiano e posto ai domiciliari per ordine del Gip. Poco dopo era arrivata la scarcerazione ma compensata con la  misura coercitiva dell'obbligo di dimora. La Cassazione all’inizio del mese scorso ha annullato tutto restituendo piena libertà di movimento a Carletti ritenendo che non c'erano gli elementi per imporre la misura coercitiva dell'obbligo di dimora nella sua casa di Albinea. Il sindaco di Bibbiano ovviamente resta indagato con l’accusa di abuso d'ufficio e falso per l’affidamento di locali per la cura di minori  senza gara ma potrà affrontare l’eventuale processo a suo carico da uomo completamente libero.

“Con calma e con gradualità riprenderò il cammino in Comune interrotto lo scorso 27 giugno, lo farò anche per tutti quelli che alle ultime elezioni mi hanno espresso la fiducia" aveva commentato a caldo lo stesso sindaco della cittadina emiliana dopo la decisione, aggiungendo: “È un periodo che difficilmente dimenticherò, durante il quale ho toccato da vicino il significato vero, profondo della parola libertà. In poche ore ero diventato il mostro, l'orco di Bibbiano. Affronterò, insieme ai miei avvocati, che ringrazio, le prossime fasi giudiziarie come ho sempre fatto dall'inizio, a schiena dritta e con piena fiducia di veder presto riconosciuta la mia estraneità”.

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