Bibbiano, la macchinetta che ‘strappa’ i ricordi ai bambini: “Non te ne accorgi neanche”
"Te l'ho messa fortissima, ecco. Tu non te ne accorgi neanche, ma cancella tutti i brutti i ricordi, si usa anche con i reduci di guerra dell'Afghanistan dell'Iraq". È una delle scioccanti registrazioni agli atti dell'inchiesta Angeli e Demoni di Bibbiano. La voce registrata è quella della terapeuta che sta svolgendo con uno dei piccoli una seduta di ‘rimozione' dei ricordi negativi, ricordi che si riferirebbero al periodo in cui il piccolo viveva con i genitori naturali. Stavolta, però, lo strumento, quella che chiamano ‘macchinetta per cancellare i ricordi', quella che ‘viene da New York', altro non è che l'EMDR, un piccolo apparecchio utilizzato in psicoterapia per rilassare il paziente. È solo uno dei tanti modi con cui – secondo gli inquirenti – gli operatori manipolavano i ricordi e la volontà dei bambini.
La vicenda dei bambini di Bibbiano è iniziata lo scorso 27 giugno con l'esecuzioni di una serie di misure cautelari a carico di operatori e altro soggetti a vario titoli coinvolti in un sistema di affidi illeciti. Si tratta del risultato dell'inchiesta della Procura di Reggio dal titolo Angeli e demoni che ha ricostruito come, da labili segnalazioni di presunti abusi sessuali si sarebbe messo in moto un meccanismo vizioso in cui, attraverso colloqui manipolativi e relazioni falsificate, si arrivava alla sottrazione dei minori alle famiglie di origine e all'affido a coppie cosiddette ‘favorite'. Tutto è partito da "un aumento esponenziale anomalo delle segnalazioni di abusi sessuali su minori provenienti dal Servizio sociale dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza, con corrispondente emanazione di provvedimenti di allontanamento" come ha scritto il GIP nell'ordinanza ormai famosa.
Sotto la lente il gruppo di psicoterapeuti e operatori sociali della Hansel e Gretel, onlus di Moncalieri diretta dal 68enne Claudio Foti, il cosiddetto ‘guru'. Tra le accuse, quelle dei soggetti coinvolti a vario titolo, quelle di abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d'uso e lesioni personali gravissime. Tra ‘i metodi' utilizzati per indurre falsi ricordi di un vissuto traumatico che spezzassero il legame con la famiglia naturale – secondo gli inquirenti – c'era quello, da parte dei terapeuti, di personificare personaggi mostruosi delle favole, messe in scena che spesso finivano coi bambini urlanti e in lacrime.