Bestemmiare su Facebook può costare fino a 309 euro di multa
Non si può scrivere proprio tutto su Facebook. O meglio, si può, ma è necessario essere al corrente che il popolare social in blu non è una zona franca dove non ci sono regole, ma in quella porzione di Web vigono le stesse leggi che i cittadini sono tenuti a rispettare in Italia, pena il rischio di incorrere in sanzioni o processi penali. E' il caso delle bestemmie, per esempio: nonostante la blasfemia non sia più reato, ma solamente un illecito amministrativo, scrivere una bestemmia in un post pubblico su Facebook può arrivare a costare al malcapitato da 51 fino a 309 euro di multa, sanzione prevista dall'articolo 724 del Codice Penale.
"Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità [o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato] è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da cinquantuno euro a trecentonove euro. La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti", si legge nel testo del Codice penale. L'articolo continua quindi a esistere nell'ordinamento italiano, nonostante il reato sia stato definitivamente depenalizzato nel 1999, dunque chiunque infranga questa norma rischia di essere sanzionato dalle autorità. Infatti, Facebook secondo la legge italiana, non è uno spazio privato, ma viene equiparato ad un luogo pubblico ed è questo il motivo per cui la bestemmia è sanzionabile.
Da qualche anno a questa parte il blog cattolico Pontifex ha iniziato a denunciare tutti i gruppi e le pagine Facebook che inneggiano alla blasfemia, per esempio le popolari ‘Radio Bestemmia', ‘Club della bestemmia' e ‘Confraternita dei frati bestemmianti', e la sua azione ha portato al sanzionamento di diverse persone.