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Bergamo, l’epidemiologo dell’Ats guarito dal coronavirus: “Isolarsi è necessario”

“Ho vissuto un’esperienza di tipo fastidioso, ma l’ho vissuta con estrema serenità”. Alberto Zucchi, responsabile del servizio epidemiologico dell’Ats di Bergamo, è stato tra i primi ad ammalarsi per colpa del coronavirus, ma ora è guarito. Ha raccontato la sua esperienza all’Eco di Bergamo. “L’esclusione sociale, avverte è “l’unico tipo di risposta che possa rallentare la curva epidemica”.
A cura di Redazione
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Tra i pazienti a guarire dal coronavirus in Italia c'è anche uno studioso dei virus. Alberto Zucchiresponsabile del servizio epidemiologico dell’Ats di Bergamo, si è ammalato due settimane fa e ora può tirare un sospiro di sollievo. In un'intervista all'Eco di Bergamo ha raccontato la sua esperienza e ha assicurato di non sentirsi un sopravvissuto.

"Ho iniziato ad avere banalissimi sintomi di raffreddore, mal di gola, senso generalizzato di stanchezza. Il giorno successivo, sabato, ho cominciato ad avere tosse persistente e la febbre ha iniziato ad alzarsi, fino a 38,8°", ha spiegato il medico, "fortunatamente non ho avuto alcuna complicanza polmonare. La febbre, per quanto fastidiosa, rispondeva molto bene alla tachipirina. È bastato assumere quest’ultima per tenerla sotto controllo. La tosse, invece, mi impediva di dormire con continuità".

Zucchi è rimasto in quarantena a casa, isolato dal resto della sua famiglia, e ora si è ripreso senza troppi problemi. "Ho un’età non avanzatissima, 59 anni, e godo di buone condizioni generali di salute – sottolinea -. Il problema non è il virus in quanto tale; è la sua azione, che tende ad aggravare le condizioni di pazienti che hanno altre importanti patologie o che sono molto anziani e dunque di per sé molto fragili".

"Diciamo che ho vissuto un’esperienza di tipo fastidioso, ma l’ho vissuta con estrema serenità", ha aggiunto l'epidemiologo ricordando che "l’esclusione sociale" è "l’unico tipo di risposta che possa rallentare la curva epidemica". La provincia di Bergamo è la più colpita in Italia. L'ultimo bilancio è di 2.136 pazienti positivi e decine di vittime, con focolai soprattutto nella zona di Nembro (138 casi), Alzano Lombardo (87), Albino (80) e Zogno (70).

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