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Bentornati in Italia, il Paese dagli occhi chiusi

All’estero abbiamo visto che efficienza, rispetto ed onestà non sono qualità residuali presenti qua e là nel mezzo del caos. Torniamo alla realtà italiana e siamo sotto shock.
A cura di Antonio Menna
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Siete stati all'estero, avete visto pullman che arrivano in orario, con pensiline, panchine, screen con le informazioni giuste, biglietti che si vendono a bordo, tutti che lo timbrano, tempi di percorrenza certi. Oppure avete visto treni puliti, che arrivano in stazioni ordinate, dove i tabelloni danno notizie vere, con addetti che aiutano, e parlano almeno l'inglese, oltre alla loro lingua. Oppure avete preso taxi senza la paura di essere fregati, col tassametro in vista, le tariffe esposte, prezzi accessibili, e avete pagato col Pos, avendo anche la ricevuta. Avete comprato caramelle e giornali con la carta di credito, e nessuno ha storto la bocca. Vi hanno sempre dato lo scontrino. Magari avete fatto la fila per un museo, e nessuno ha provato a saltarla. Per le strade, nemmeno una carta. Ora siete tornati, avete visto che ci sono luoghi dove le cose diventano possibili, e vivete sotto shock. Colpa vostra. Ben vi sta. Nessuno vi ha spiegato che è meglio non sapere, meglio non vedere?

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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