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Benno Neumair, la zia: “Aveva degli occhi da squalo, immobili e inespressivi”

Elisabetta Perselli, zia di Benno Neumair, ha detto di non aver mai creduto che il nipote potesse commettere un omicidio. Tuttavia, dopo la scomparsa dei genitori, “un giorno incontrai Benno e notai che aveva degli occhi da squalo: immobili e inespressivi, non trasmettevano alcuna emozione. Fui colpita da questa cosa”.
A cura di Davide Falcioni
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Benno (foto Facebook)
Benno (foto Facebook)

"Aveva gli occhi da squalo". Così Elisabetta Perselli, zia di Benno Neumair, ha descritto il nipote, reo confesso di aver ucciso la madre Laura Perselli ed il padre Peter Neumair nel gennaio del 2021, nella loro abitazione a Bolzano, e di essersi poi disfatto dei cadaveri dei genitori gettandoli nel fiume Adige.

La donna, nel corso dell'ultima deposizione in Tribunale, dove è stata sentita come teste, ha spiegato che nel gennaio dello scorso anno – quando Peter e Laura erano scomparsi nel nulla – mai aveva sospettato di Benno non avendo mai notato in quel ragazzo alcun comportamento sospetto. La zia, tuttavia, ha aggiunto un particolare inquietante: "In quel periodo un giorno incontrai Benno e notai che aveva degli occhi da squalo: immobili e inespressivi, non trasmettevano alcuna emozione. Fui colpita da questa cosa".

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L'ex maestra di Benno: "La madre lo portò da una sorta di stregone"

In aula – davanti ai giudici della Corte d'Assise di Bolzano – ha parlato oggi anche Doriana Baracca, insegnante della scuola d’infanzia che fu per tre anni la maestra d'asilo di Benno: "Era un bambino con dei problemi ed io lo dissi a sua mamma Laura. Lei però rispose che lo aveva portato da una sorta di stregone, durante le loro vacanze a Bali, per togliere a Benno gli ‘spiritelli maligni', così disse, visto che una notte lo avevano sorpreso con un coltello in mano di fronte alla sorellina Madè. Io rimasi scioccata da quella risposta. Mi disse anche che il suo ex marito, morto suicida anni prima, era proprio uno psicologo: io compresi allora che lei non avrebbe mai portato suo figlio Benno da uno psicologo".

La maestra Baracca ha quindi aggiunto: "Benno era estremamente introverso ed isolato, non si entusiasmava mai di nulla, nemmeno dei giochi, ma era anche intelligente ed ubbidiente: un ‘soldatino' che a noi insegnanti — ha ricordato la signora Baracca — non dava mai problemi ma che, al tempo stesso, dimostrava di avere bisogno di un aiuto psicologico che sua madre non gli diede. Mi dispiace dirlo ora che la madre è morta ma credo che ci siano delle responsabilità che rimangono".

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