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Benita Gasparini uccisa con due coltellate alla schiena, l’arma trovata sotto il corpo della vittima

I primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Benita Gasparini, la donna di 89 anni uccisa a coltellate nella propria abitazione di Pantianicco (Udine). Al momento non ci sono indagati.
A cura di Susanna Picone
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La vittima Benita Gasparini
La vittima Benita Gasparini

È stata uccisa Benita Gasparini, attinta da due distinte coltellate alla schiena. È questo quanto sarebbe emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale Carlo Moreschi sul corpo dell’anziana donna trovata morta nel salotto di casa a Pantianicco(Udine).

Le gravi ferite alla testa dell’89enne, madre di 5 figli, sarebbero compatibili con la caduta a terra dopo aver ricevuto i fendenti alla schiena. Quanto all'arma del delitto, il coltello utilizzato per colpirla era sotto il corpo della stessa vittima: probabilmente per questo motivo il killer l'ha lasciato sulla scena del crimine, dandosi alla fuga.

Nel borgo friuliano in cui viveva la donna, abitato da meno di seicento persone, si conoscono tutti e tutti sono sconvolti per il brutale omicidio. Nonna Benita viene descritta come una donna forte, ancora in salute, coi parenti che le facevano visita regolarmente. Gli investigatori stanno raccogliendo le diverse testimonianze per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della donna e capire chi possa essere entrato nella casa.

Proseguono i rilievi del reparto scientifico dell'Arma per cercare di risalire all'assassino: ai due figli di Benita Gasparini, che hanno soccorso per primi la madre, sono stati sequestrati abiti e auto, ma per il momento non risultano indagati. Il materiale sarà analizzato per cercare sugli oggetti eventuali tracce del killer, che potrebbero essere rimaste sulla scena del crimine, entrando poi accidentalmente in contatto coi soccorritori.

"Al momento stiamo lavorando a 360 gradi e non c'è alcuna pista privilegiata, né quella della rapina, né un dissidio famigliare", le parole pronunciate nelle scorse ore del Procuratore di Udine, Massimo Lia. "Non c'è soltanto la telecamera installata di fronte all'abitazione – ha spiegato – ma numerosi altri dispositivi in zona possono essere utili. Per questo è un lavoro lungo e meticoloso, perché ogni dettaglio può rivelarsi decisivo per attribuire le responsabilità".

Riguardo l’eventuale coinvolgimento di qualche familiare, il Procuratore si è limitato a confermare che "il parente che ha trovato il corpo senza vita della vittima è stato sottoposto, ovviamente, a numerosi quesiti supplementari, in quanto gli elementi in suo possesso sono unici, essendo il primo arrivato sulla scena del crimine. Non per questo questo il soggetto è maggiormente attenzionato rispetto ad altri: in questa fase, tutto è attenzionato nella medesima misura".

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