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“Beni donati ai terremotati rivenduti online”, le Fiamme Gialle indagano sulla truffa

La presunta truffa attraverso pagine facebook che chiedevano l’invio di beni per le popolani terremotate del centro Italia. L’inchiesta dopo la denunci di una donna che ha scoperto in vendita online beni donati.
A cura di Antonio Palma
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Mentre ci sono popolazioni ancora pesantemente in difficoltà dopo i continui terremoti che hanno colpito in più occasioni il centro Italia, non mancano personaggi che, approfittando della situazione di oggettivo bisogno e della generosità degli altri, mettono in piedi raccolte fondi per i terremotati senza alcuno scopo benefico ma solo con l'obiettivo di fare soldi. Questo sarebbe avvenuto anche di recente nelle Marche dove alcuni soggetti avrebbero creato delle pagine facebook che, puntando sulla solidarietà e chiedendo aiuto agli italiani, avrebbero accumulato ingenti prodotti di consumo guardandosi bene dal consegnarli alle popolazioni colpite ma rivendendoli per fare soldi.

Il caso ha richiamato l'attenzione della trasmissione tv Le iene e della magistratura dopo che una delle presunte truffate, l’ascolana Anna Quatela, ha contattato gli autori del programma e successivamente ha depositato una denuncia per truffa al comando della Guardia di Finanza di Ascoli. La denuncia in pochi giorni sembra abbia avuto già i primi risultati visto che tra venerdì e sabato le Fiamme Gialle hanno provveduto a perquisire l’abitazione della principale indagata sequestrando supporti informatici e telefoni ma anche bolle di accompagnamento di corrieri e pacchi contenenti materiale vario che giacevano in magazzino.

Secondo l'accusa, la donna subito dopo il sisma dello scorso agosto, avrebbe creato un gruppo sul noto social network con l’intento di raccogliere prodotti da destinare ai terremotati sopratutto provenienti da negozianti. Quella che sembrava una iniziativa di solidarietà nata spontaneamente dal territorio per aiutare le popolazioni colpite dalla tragedia si sarebbe rivelata però una truffa. La vicenda sarebbe stata scoperta quando la denunciante ha riconosciuto su un sito di shopping online dei capi donati proprio all’indagata e destinati ai terremotati. "L’accusa per ora è il reato di truffa ma se venissero confermati i fatti sui quali si sta indagando, come la vendita di alcuni beni a terzi, si profilerebbe la ricettazione" ha spiegato il legale della Quatela, l'avvocato Gianluca Vernelli.

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