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“Benedizione dei fucili dopo la messa”, bufera social su prete di Pistoia. La Diocesi si scusa

Bufera social sul parroco della chiesa di San Michele Arcangelo di Avaglio (Pistoia) dopo la pubblicazione di una locandina in cui si annunciava la benedizione dei fucili da caccia dopo la messa di domenica prossima. Lui si scusa e fa dietrofront: “Sintesi errata che in alcun modo vuol santificare uno strumento di morte”.
A cura di Ida Artiaco
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Polemiche dopo la pubblicazione di una locandina che annuncia la benedizione dei fucili da caccia al termine della messa della 9 di domenica prossima, 3 settembre, ad Avaglio, frazione del comune di Marliana, in provincia di Pistoia. L'idea è venuta ad un prete della chiesa di San Michele Arcangelo, che è così finito nella bufera, costretto infine a scuse pubbliche.

Ma facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi su una locandina affissa ad Avaglio c'era scritto: "Apertura anno venatorio 2023/2024, benedizione dei fucili al termine della Santa messa delle ore 9 in piazza della chiesa". La notizia si è diffusa rapidamente e ha provocato reazioni negative, soprattutto sui social.

Questa mattina è arrivato persino un comunicato, diffuso dalla Diocesi di Pistoia, con il rammarico e e le scuse del parroco di Avaglio, don Alessio Biagioni. "Sono molto dispiaciuto dalle reazioni suscitate dall'iniziativa delle benedizioni previste a fine della celebrazione in programma il prossimo 3 settembre ad inizio della stagione venatoria – le parole del sacerdote -. L'espressione utilizzata, ‘benedire i fucili', è stata senza alcun dubbio una sintesi errata che in alcun modo vuol santificare uno strumento di morte. Mi scuso ancora per il turbamento che ha provocato questa iniziativa che ha comportato una visibilità che non era né prevista né richiesta".

Il sacerdote ha aggiunto che "l'iniziativa in realtà voleva essere un momento di preghiera con cui incominciare una attività sportiva a cui sono affezionati molti parrocchiani e tante persone che frequentano il nostro territorio. Il fucile è non solo lo strumento usato maggiormente e con maggior attenzione dai cacciatori ma anche un mezzo comprensibilmente da usare con cura, prudenza e perizia. Mi è sembrato perciò – a torto a quanto pare – ovvio concentrare la benedizione su quello strumento per chiedere la protezione del Signore là dove la perizia e la prudenza umane non possono da sole garantire la sicurezza, non certo per una questione di superstizione o di "santificazione" di armi. Mi dispiace che la questione sia stata interpretata come una deviazione dalla cura del creato o peggio dal rispetto della vita umana che la Chiesa ha sempre difeso senza sconti. La caccia è uno sport radicato nel nostro territorio e comporta di per sé una cura e una attenzione concreta all'ambiente circostante. Inoltre è già ampiamente e minuziosamente regolata da normative regionali e nazionali per cui non mi soffermo su quanto riguarda la prudenza e l'attenzione che richiede questo sport. Mi scuso ancora per il turbamento che ha provocato questa iniziativa che ha comportato una visibilità che non era né prevista né richiesta".

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